ANDREIS - Sentiero naturalistico monte Cjavac (variante pioggia) + anello monte Toc

DATI
Lunghezza: 8.6 Km - Km sforzo: 16.6 Kmsf - Salita: 800 m - Discesa: 800 m - Dislivello totale: 1600 m - Altitudine minima: 437 m slm - Altitudine massima: 860 m slm

Difficoltà:
Cammino: Alta
Accessibilità
Disabili (carrozzina): Non accessibile
Bimbi (passeggino): Non accessibile
Famiglie: Sconsigliato
Anziani: Sconsigliato
Cani: Sconsigliato
Io peso
kg
e ho
Questo percorso corrisponde a...
Tempo
-
ore
Calorie
-
Kcal
Risparmio
-
Vita in più
-
ore

Visualizza tabella degli alimenti

Relazione a cura di: Ciro Antonio Francescutto
Relazione aggiornata a: Marzo 2024
CARATTERISTICHE - Il sentiero naturalistico del monte Cjavac e l'anello del monte Toc consentono di conoscere l'ambiente naturale alquanto particolare della Faglia Periadriatica. La traccia qui descritta descrive una variante che abbiamo percorso in condizione di impraticabilità del tratto di risalita del torrente Les Pales causa recenti pioggie e lo aggira circumnavigando il Col di Crous: peccato per un breve tratto complesso, perché in alternativa sarebbe un'interessante via alternativa. Acqua presente in abbondanza lungo il percorso.
Il nome Cjavac significa "cava cattiva" (=cavaccia), ossia monte con roccia friabile, da cui non si ricava pietra resistente, utile ad essere squadrata per scopi edili: singolare che si trovi a fianco del monte Toc, il cui significato "marcio" rimanda all'omonimo monte Toc, franato nel lago del Vajont. 

LA FAGLIA PERIADRIATICA - Nella gola del torrente Susaibes e nel versante Ovest del monte Raut sono esposti gli effetti geologici e geomorfologici legati alla presenza di un importante lineamento tettonico denominato linea Barcis - Staro Selo, che attraversa per oltre 100km la Regione FVG: è una delle principali strutture tettoniche che interessano le Prealpi Friulane, estendendosi longitudinalmente dalla valle dell'Alto isonzo (Staro Selo è un abitato in territorio sloveno) fino a Ovest di Barcis.
Si tratta di un sovrascorrimento a basso angolo, che determina l'accavallamento della Dolomia Principale norica (220 milioni di anni fa) sulle torbiditi eoceniche (40 milioni di anni fa) e tuttora in atto.
Essa produce lungo tutta la sua estensione fasce imponenti di rocce frantumate (dette cataclasiti) che danno luogo ad un tipico "paesaggio di faglia" (visibile anche a forcelal Palabarzana, monti Dagn e Ceccon, Lusevera, Monteaperta)

Per "Faglia" si intende una frattura, in genere di notevoli estensioni (da decine di metri a centinaia di chilometri) lungo la quale le masse rocciose da essa separate hanno subito un certo spostamento.
La superficie lungo cui si verifica il movimento dei due opposti blocchi di roccia viene definito "piano di faglia".
Con il termine "specchio di faglia" si indica il piano di faglia lisciato.
Lo spostamento subito da un pacco di strati interessato da una faglia può essere misurato e prende il nome di "rigetto".
Il piano di faglia che separa le due porzioni rocciose è caratterizzato da una superficie più o meno liscia o da frammenti di roccia sgretolata durante lo scorrimento ("brecce di frizione o cataclasiti"): in generale, la roccia risulta attravresata da una fitta rete di fratture
Quando la faglia si presenta a bassissimo angolo (dai 45° a quasi orizzontale) e la massa rocciosa soprastante ha subito un significativo spostamento sino ad una certa distanza si parla di "sovrascorrimento", come quello della linea tettonica Barcis - Staro Selo

La gola del Susaibes è uno dei punti di osservazione più significativi e facilmente raggiungibili del lungo fronte del sovrascorrimento Barcis - Staro Selo
Risalendo la val Susaibes il geosito risalta improvvisamente per la brusca variazione del paesaggio.
Le manifestazioni più evidenti degli effetti delle deformazioni si riscontrano lungo una fascia ampia circa 300 metri, a cavallo della seconda briglia nell'alveo del torrente.
Lungo la val Susaibes le scaglie tettoniche di Dolomia Principale (o di Forni) si affastellano le une sulle altre con trasporto verso Sud, formando una complessa antiforme frontale.
Gli strati dolomitici si presentano verticalizzati con diffusi ed evidenti specchi di faglia.
L'enorme pressione sviluppata e l'elevato attrito hanno determinato la cataclasi delle dolomie in diverse fasce disposte lungo allineamenti trasversali della valle.
Lungo i versanti prospicenti la gola si nota inoltre la diffusa presenza di aree soggette ad erosione accelerata.
Tutto ciò determina una notevole produzione di detrito, anche grossolano, che si accumula nell'alveo e la morfologia a "calanchi" dei fianchi.
A causa dell'elevato grado di frammentazione delle rocce e della continuità dei processi, i versanti risultano privi di vegetazione arboreo arbustiva.
Lungo il torrente si osserva anche una vistosa piega a ginocchio che determina la giacitura verticale degli strati.
I toponimi che indicano alcuni siti in sinistra idrografica del torrente sono significativi dell'elevata instabilità dei versanti: si distinguono Plangiaria (= piano della ghiaia), Gravons (=ghiaioni), e monte Toc (= monte marcio).
Circa 500 metri a Nord della seconda briglia alla base di un'ampia falda detritica, qualche metro sopra l'alveo, sgorga copiosa la sorgente chiamata "Aga del Muscle"
DESCRIZIONE - Partendo dal parcheggio nei pressi del Centro Visite del Parco Dolomiti Friulane, usciamo da Andreis seguendo via Acquedotto fino ad arrivare al ponticello sul torrente Ledron a destra del quale inizia il sentiero CAI 975 virando ad U lungo una strada sterrata, che dopo un centinaio di metri valica su un guado l'affluente del Ledron.
Nel caso in cui il torrente non fosse valicabile per recenti piogge, una comoda passerella è presente qualche decina di metri prima del guado.
Oltre il guado inizia la salita su una mulattiera un pò rovinata che in breve giunge alla sella di Col di Crous e da cui l'anello proseguirebbe in discesa per continuare lungoi il torrente Les Pales, ma qui descriviamo la variante che ci siamo trovati ad effettuare in quanto a causa delle recenti piogge la risalita del torrente non risultava possibile: dalla selletta di Col di Crous individuiamo l'evidente traccia che prosegue a decorso pressoché orizzontale sul pendio a Sud del Col di Crous e dopo avere valicato un piccolo ghiaione inizia a salire in maniera non difficile tra i caratteristici sfaciumi dell'ambiente di faglia: dopo avere raggiunto una prima facile selletta giunge ai piedi di una seconda più complessa selletta in cui la risalita di circa 5 metri può essere difficoltosa per la pendenza della stessa e per il fondo di sabbia dura e compatta. Conviene tenersi più a sinistra possibile della parte superiore del cono ghiaioso in corripondenza di un particolare tozzo pinnacolo.
Una volta valicato questo che è l'unico punto delicato della percorrenza essa continua lungo un evidente sentiero informale decorrende trasversalmente o in debole discesa per Cestiel Ombret fino a raggiungere l'attraversamento di un piccolo torrente affluente del Les Pales: valocatolo ci rimettiamo sulla percorrenza del sentiero naturalistico del monte Cjavac CAI 979, lungo cui comodamente proseguiamo una salita abbastanza impegnativa fino a quota XXX ove esso vira decisamente a destra. Questo è il punto da cui origina il sentiero di risalita del monte Raut da Nord lungo la val Susaibes
Proseguiamo la percorrenza fino ad arrivare in breve alla forcella Le Pitte (mslm): da qui scendiamo a sinistra in direzione del torrente Susaibes che individuiamo in basso, lungo una comoda percoreenza che si conclude ai lati del torrente, ove sgorga la sorgente Aga del Muscle (= acqua del muschio).
Attravresaimo e risaliamo il torrente Susaibes per circa 200 metri, fino ad individuare sulla destra l'inizio del sentiero CAi che si inerpica lungo il monte Toc: il primo tratto (Gravons = ghiaioni) risulta assai pendente e consente una vista davvero panoramica sulla gola caratterizzata dal passaggio della faglia. Nella parte più alta essa spiana in prossimità di Plangiaria (=piano della ghiaia) ove entra nel bosco e inizia a ruotare sulla destra. Con un pò di fortuna potremo individuare il punto di partenza della via dei cacciatori. Il sentiero continua ed inizia la fase di discesa in un sottobosco di noccioli lungo cui ci riportiamo sul versante Ovest del monte Toc da cui scenderemo fino a raggiungere nuovamente il torrente Susaibes. Qualosa come nel nostro caso esso fosse invalicabile causa pioggie, scendendo per circa 200 metri troveremo un ponticello attraverso cui potremmo raggiungere l'abitato di Sott'Anzas e da qui rientrare ad Andreis.  
Fondo del percorso