Obesità

Negli USA la prevalenza dell’obesità infantile è raddoppiata negli ultimi 20 anni ed attualmente 1 bambino su 4 risulta sovrappeso o obeso.
Più di 1/3 della popolazione adulta risulta obesa, condizione che mette questi individui ad aumentato rischio di sviluppare diabete o altre malattie croniche.
In Europa l’Italia presenta il tasso più alto di sovrappeso ed obesità infantile.
In Italia, tra persone con più di 18 anni, il 35,5% (4,9 milioni) risulta sovrappeso ed il 9,9% (17,6 milioni) francamente obeso. Nel periodo 2001-2008 il numero di obesi è crescito di circa 1 milione, soprattutto nella popolazione maschile.
La percentuale di persone con eccesso ponderale cresce con l’età, salvo ridursi lievemente dopo i 75 anni.
Benché molte delle persone con diabete siano anche obese ed esista un odds ratio pari a 10 per quanto riguarda la probabilità di sviluppare diabete, il BMI non risulta un buon predittore circa il fatto se e quando la persona svilupperà il diabete. La distribuzione viscerale dell’obesità misurata con la circonferenza vita o, meglio con il rapporto vita/fianchi è un predittore più sensibile per individuare quali tra le persone con IGT e IGF svilupperanno il diabete.
 
Il paradosso dell’obesità: con tale termine è stata descritta l’osservazione che mentre vi è una correlazione evidente tra obesità e malattie croniche il fatto di risultare sovrappeso possa procurare degli effetti benefici, in quanto si è risocntrato che i pazienti di peso aumentatao sopravvivano meglio in seguito ad un evento cardiovascolare rispetto alle loro controparti normopeso.
Tale osservazione è stata accostata alle persone che manifestano diabete tipo 2 pur essendo normopeso, denominate “nomopeso metabolicamente obesi”: se si va oltre alla semplice misura del BMI si osserva che ciò che varia è la composizione corporea, in particolare benché il peso corporeo misurato con il BMI risulti nei limiti di norma, l’analisi della composizione corporea rileva che esse presentano un’alta percentuale di grasso.
Queste persone potrebbero avere un falso senso di protezione dalla normalità del loro peso, ignorando che la loro composizione corporea li pone comunque in una condizione di rischio aumentato.
Si è quindi giunti al termine di “obesità sarcopenica”, per definire un quadro di aumentata presenza di grasso e diminuita massa magra, condizione che pone la persona in una situazione di minore capacità cardiorespiratoria e di efficienza fisica, che si traduce in una precoce disabilità e morte prematura.
Un ulteriore elemento osservato è che in questi individui, benché normopeso per quanto riguarda il BMI, è l’aumento della circonferenza vita, che si correla molto di più del BMI ad un aumento della mortalità totale.