DATI
Lunghezza: 12.1 Km
- Km sforzo: 29.0 Kmsf
- Salita: 1690 m
- Discesa: 1690 m
- Dislivello totale: 3380 m
- Altitudine minima: 460 m slm
- Altitudine massima: 2025 m slm
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Se fino al pulpito era stato impegnativo ma tutto sommato semplice, da qui in poi la salita diventa anche complessa.
Parte 3: appena valicata l’insellatura del pulpito, a non più di 3 metri sulla sinistra inizia un taglio tra densi mughi che sale verticalmente fino a giungere ad una selletta (1350mslm) tra la canalina che sale da sinistra ed una valletta erbosa sulla destra. Ancora per taglio di mughi percorriamo la selletta tenendoci a sinistra, poco sotto rispetto la sua linea di cresta, fino a portarci sulla canalina di sinistra, che in breve raggiunge gli ampi prati verticali, ove procediamo un pò ad ad intuito, seguendo un decorso rettilineo rispetto alla precedente linea di salita, aiutati da rarissimi vecchi bollini rossi e cercando di evitare le macchie di mughi, alcuni brevi tratti dei quali valicheremo agevolmente: qui l'aiuto della traccia satellitare sarà importante. Giungiamo a quota 1530mslm, dove - dopo una salita grossomodo sempre lineare e verticale, ci spostiamo per una trentina di metri sulla destra, per poi continuare la risalita fino a quota 1600mslm, dove fasce di densi mughi complicano il passaggio: seguendo l'invito naturale saliamo tra mughi, ove all’interno incontriamo un bollino rosso, che probabilmente indicava un passaggio che è andato ostruito, pertanto ci creiamo un transito salendo e puntando a destra per una trentina di faticosissimi metri. Riguardando altre tracce satellitari, a posteriori ragioniamo che a meno che qualcuno ricrei il passaggio tra mughi, converrebbe aggirare la macchia salendo da destra per la canalina rocciosa, sul margine della quale siamo arrivati dopo il transito per mughi a quota 1620mslm e su cui continuiamo per pendenze che mai si attenuano fino a quota 1875mslm. Questo è il punto in cui esistono tre possibilità: guardando verso la cresta del Raut ormai vicina, andando a sinistra si arriverebbe al Landre del Raut, procedendo dritti si arriverebbe in cresta tramite una canalina che si conclude con un breve passaggio di 3° (Luca Miorin), infine seguendo la nostra percorrenza andiamo a destra lungo la più facile via di ascesa. Proseguiamo quindi secondo questa terza opzione, andando a destra per 100 metri e mantenendoci in quota, lungo un tratto traverso per roccette leggermente esposte, fino a raggiungere la canalina ben riconoscibile dal particolare intaglio finale (vedi galleria fotogafica), tramite cui raggiungeremo dopo 100 metri (55%) la linea di cresta a quota 1928mslm.
Da qui ci innestiamo allo splendido sentiero di cresta che in una ventina di minuti ci accompagna alla cima del monte Raut (2025mslm).
La via di discesa posteriore, già descritta nel dettaglio a questo LINK, è quella consigliata per tornare al punto di partenza, anche per evitare di ripercorrere in discesa le impegnative pendenze che la caratterizzano. La prima parte è una discesa su un'ampia cengia, con alcuni tratti leggermente esposti e tre tratti dotati di fune metallica: la cengia conduce all'apice della canalina del Raudellin, che poi scenderemo lungo una seconda parte per una traccia non sempre presente, ma con una discreta bollinatura che aiuta durante tutta la percorrenza. Incontreremo acqua solo a quota 1000mslm, nei pressi di una grande anfiteatro roccioso con una spettacolare cascata, anticipata da un tratto in salita che ci allontana momentaneamente dal greto del torrente. Poco dopo la cascata incontreremo una piccola frana da valicare con attenzione, quindi il sentiero procede ben evidente, ma con alcuni brevi saliscendi che dopo tanta fatica mettono alla prova le gambe. Arriviamo al grande conoide ghiaioso che precede l'innesto sul sentiero naturalistico del monte Ciavac, da cui raggiungiamo forcella Pitte, aga del Muscle, attraversiamo la faglia periadriatica e rientriamo a Sott'Anzas.
Percorso nel 2023 Giampaolo De Lorenzi e nel 2025 con Michele Beltrame