ANDREIS - via dei Cacciatori di Andreis

DATI
Lunghezza: 12.1 Km - Km sforzo: 29.0 Kmsf - Salita: 1690 m - Discesa: 1690 m - Dislivello totale: 3380 m - Altitudine minima: 460 m slm - Altitudine massima: 2025 m slm

Difficoltà:
Cammino: Esploratore
Accessibilità
Disabili (carrozzina): Non accessibile
Bimbi (passeggino): Non accessibile
Famiglie: Sconsigliato
Anziani: Sconsigliato
Cani: Sconsigliato
Io peso
kg
e ho
Questo percorso corrisponde a...
Tempo
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ore
Calorie
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Kcal
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Vita in più
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Relazione a cura di: Ciro Antonio Francescutto
Relazione aggiornata a: Maggio 2025

CARATTERISTICHE - La via deve il suo nome allo stretto intaglio terminale che si conclude sulla cresta del Raut, nelle vicinanze della vetta e dove i cacciatori si posizionavano per colpire dall'alto gli animali che altri cacciatori dal basso avevano fatto salire sul ghiaione terminale, il quale come un imbuto si conclude in cresta. E' un atra le più difficili vie di salita al Raut, con un passaggio finale di 1°, ma che consente di attraversare ambienti naturali particolari ed estremamente panoramici. Non troveremo acqua lungo la salita: i periodi consigliati sono primavera e autunno...in estate troppo caldo e tratti inerbati potrebbero risultare fastidiosi, mentre d'inverno la presenza di neve lo renderebbe proibitivo. In una salita tardo autunnale proprio a causa della neve trovò la morte l'alpinista Luca Miorin, a cui è dedicata una significativa targa con incise le parole: "più salgo, più tutto trova senso".  Vista la difficoltà della salita abbiamo scelto come via di rientro quella dal versante Nord del Raut: l'alternativa sarebbe la classica discesa da forcella Capra a Palabarzana.  
 

Fino alla cima   del Raut sono 5,1km, D+ 1561, D- 23m, pendenza media 30%.
Fino alla cresta del Raut sono 4,6km, D+ 1471, D- 21m, pendenza media 32%.
 
DESCRIZIONE - La salita fino alla cresta è suddivisibile in 3 parti per le diverse caratteristiche:
  •  
    • 1- da torrente Susaibes a Plangiaria (sentiero naturalistico):     lunghezza 1,4km, pendenza media 28%
      2- dal Plangiaria al pulpito:                                                         lunghezza 1,4km, pendenza media 32%
      3- dal pulpito alla cresta:                                                             lunghezza 1,7km, pendenza media 37%:   
 
Parte 1: partiamo dalla frazione di Sott'Anzas da dove ci incamminiamo in discesa lungo il sentiero CAI 979A in direzione del torrente Susaibes, che in breve tempo raggiungiamo e valichiamo fino ad intravedere alla base delle pendici del monte Toc l'attacco del sentiero, che risale a discreta pendenza fino ad addentrarsi in un bel bosco di noccioli. La salita prosegue impegnativa fino a raggiungere un punto panoramico (Plangiaria) sulla val Susaibes e sulla faglia periadriatica a quota 860 mslm. Qui esso smorza in pendenza e piega verso sinistra.
Parte 2: qui si conclude la parte su sentiero ufficiale e poche decine di metri avanti troviamo a quota 865 mslm sulla destra l'attacco della Via dei Cacciatori (una vecchia C rossa su un albero indica la partenza, ma non si sa per quanti anni possa resistere, né se sia facile individuarla). La via sale comodamente tra numerosissimi schianti di faggi, compiendo una diagonale verso sinistra in un mediamente pendente bosco, in cui sarà utile cercare la vecchia bollinatura rossa e la traccia sul terreno (non sempre individuabile per gli alberi caduti), ma nel complesso abbastanza intuitiva.
Essa va a portarsi sulla sinistra del bosco, dove risaliamo una comoda crestina in cui la pendenza si fa marcata e che inizia ad offrire vedute davvero notevoli sulla bassa Valcellina e sulla maestosità delle sovrastanti rocce del Raut.
Arriviamo per la cresta fino a quota 1140mslm, ove il sentiero la abbandona e piega decisamente a sinistra lungo un tratto traverso di circa 200 metri: vi sono 2 precedenti tracce di sentieri che invitano ad andare a sinistra, ma sono tracce di animali, che possono confondere. Il punto corretto, in cui il sentiero stacca a sinistra è ben marcato di bollini rossi e si porta alla base di una ripida canalina erbosa tra mughi, su cui inizieremo una salita decisamente impegnativa per pendenze, che ci porterà fino alla sommità ove essa piega a destra passando sotto una parete rocciosa oltre cui rientra nel bosco, da dove prosegue per una breve ancora assai pendente salita fino a giungere ad un pulpito panoramico (1285mslm).

Se fino al pulpito era stato impegnativo ma tutto sommato semplice, da qui in poi la salita diventa anche complessa. 
Parte 3: appena valicata l’insellatura del pulpito, a non più di 3 metri sulla sinistra inizia un taglio tra densi mughi che sale verticalmente fino a giungere ad una selletta (1350mslm) tra la canalina che sale da sinistra ed una valletta erbosa sulla destra. Ancora per taglio di mughi percorriamo la selletta tenendoci a sinistra, poco sotto rispetto la sua linea di cresta, fino a portarci sulla canalina di sinistra, che in breve raggiunge gli ampi prati verticali, ove procediamo un pò ad ad intuito, seguendo un decorso rettilineo rispetto alla precedente linea di salita, aiutati da rarissimi vecchi bollini rossi e cercando di evitare le macchie di mughi, alcuni brevi tratti dei quali valicheremo agevolmente: qui l'aiuto della traccia satellitare sarà importante. Giungiamo a quota 1530mslm, dove - dopo una salita grossomodo sempre lineare e verticale, ci spostiamo per una trentina di metri sulla destra, per poi continuare la risalita fino a quota 1600mslm, dove fasce di densi mughi complicano il passaggio: seguendo l'invito naturale saliamo tra mughi, ove all’interno incontriamo un bollino rosso, che probabilmente indicava un passaggio che è andato ostruito, pertanto ci creiamo un transito salendo e puntando a destra per una trentina di faticosissimi metri. Riguardando altre tracce satellitari, a posteriori ragioniamo che a meno che qualcuno ricrei il passaggio tra mughi, converrebbe aggirare la macchia salendo da destra per la canalina rocciosa, sul margine della quale siamo arrivati dopo il transito per mughi a quota 1620mslm e su cui continuiamo per pendenze che mai si attenuano fino a quota 1875mslm. Questo è il punto in cui esistono tre possibilità: guardando verso la cresta del Raut ormai vicina, andando a sinistra si arriverebbe al Landre del Raut, procedendo dritti si arriverebbe in cresta tramite una canalina che si conclude con un breve passaggio di 3° (Luca Miorin), infine seguendo la nostra percorrenza andiamo a destra lungo la più facile via di ascesa. Proseguiamo quindi secondo questa terza opzione, andando a destra per 100 metri e mantenendoci in quota, lungo un tratto traverso per roccette leggermente esposte, fino a raggiungere la canalina ben riconoscibile dal particolare intaglio finale (vedi galleria fotogafica), tramite cui raggiungeremo dopo 100 metri (55%) la linea di cresta a quota 1928mslm.
Da qui ci innestiamo allo splendido sentiero di cresta che in una ventina di minuti ci accompagna alla cima del monte Raut (2025mslm).
La via di discesa posteriore, già descritta nel dettaglio a questo LINK, è quella consigliata per tornare al punto di partenza, anche per evitare di ripercorrere in discesa le impegnative pendenze che la caratterizzano. La prima parte è una discesa su un'ampia cengia, con alcuni tratti leggermente esposti e tre tratti dotati di fune metallica: la cengia conduce all'apice della canalina del Raudellin, che poi scenderemo lungo una seconda parte per una traccia non sempre presente, ma con una discreta bollinatura che aiuta durante tutta la percorrenza. Incontreremo acqua solo a quota 1000mslm, nei pressi di una grande anfiteatro roccioso con una spettacolare cascata, anticipata da un tratto in salita che ci allontana momentaneamente dal greto del torrente. Poco dopo la cascata incontreremo una piccola frana da valicare con attenzione, quindi il sentiero procede ben evidente, ma con alcuni brevi saliscendi che dopo tanta fatica mettono alla prova le gambe. Arriviamo al grande conoide ghiaioso che precede l'innesto sul sentiero naturalistico del monte Ciavac, da cui raggiungiamo forcella Pitte, aga del Muscle, attraversiamo la faglia periadriatica e rientriamo a Sott'Anzas.  

Percorso nel 2023 Giampaolo De Lorenzi e nel 2025 con Michele Beltrame

 

Fondo del percorso