ANDREIS - Sentiero naturalistico monte Cjavac con tentativi (falliti) di salita alla cima

DATI
Lunghezza: 8.8 Km - Km sforzo: 15.8 Kmsf - Salita: 700 m - Discesa: 700 m - Dislivello totale: 1400 m - Altitudine minima: 455 m slm - Altitudine massima: 800 m slm

Difficoltà:
Cammino: Media
Accessibilità
Disabili (carrozzina): Non accessibile
Bimbi (passeggino): Non accessibile
Famiglie: Per bambini autonomi
Anziani: Medio
Cani: Medio
Io peso
kg
e ho
Questo percorso corrisponde a...
Tempo
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ore
Calorie
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Kcal
Risparmio
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Vita in più
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Relazione a cura di: Ciro Antonio Francescutto
Relazione aggiornata a: Febbraio 2024
CARATTERISTICHE - Il Sentiero Nauturalistico del monte Cjavac è un anello escursionistico adatto a tutti che consente di camminare in uno dei punti in cui la faglia periadriatica è maggiormente esplorabile. Abbiamo tentato invano la salita della cima del monte, ma nonostante il piccolo dislivello, l'impresa si è rivelata alta, anche per la complessità di questo monte "in movimento". Possibilità di trovare acqua in abbondanza lungo la percorrenza. Successivamente abbiamo trovato la vis d'ascesa descritta a questo LINK.
Il nome Cjavac significa "cava cattiva" (=cavaccia), ossia monte con roccia friabile, da cui non si ricava pietra resistente, utile ad essere squadrata per scopi edili.

LA FAGLIA PERIADRIATICA - Nella gola del torrente Susaibes e nel versante Ovest del monte Raut sono esposti gli effetti geologici e geomorfologici legati alla presenza di un importante lineamento tettonico denominato linea Barcis - Staro Selo, che attraversa per oltre 100km la Regione FVG: è una delle principali strutture tettoniche che interessano le Prealpi Friulane, estendendosi longitudinalmente dalla valle dell'Alto isonzo (Staro Selo è un abitato in territorio sloveno) fino a Ovest di Barcis.
Si tratta di un sovrascorrimento a basso angolo, che determina l'accavallamento della Dolomia Principale norica (220 milioni di anni fa) sulle torbiditi eoceniche (40 milioni di anni fa) e tuttora in atto.
Essa produce lungo tutta la sua estensione fasce imponenti di rocce frantumate (dette cataclasiti) che danno luogo ad un tipico "paesaggio di faglia" (visibile anche a forcelal Palabarzana, monti Dagn e Ceccon, Lusevera, Monteaperta)

Per "Faglia" si intende una frattura, in genere di notevoli estensioni (da decine di metri a centinaia di chilometri) lungo la quale le masse rocciose da essa separate hanno subito un certo spostamento.
La superficie lungo cui si verifica il movimento dei due opposti blocchi di roccia viene definito "piano di faglia".
Con il termine "specchio di faglia" si indica il piano di faglia lisciato.
Lo spostamento subito da un pacco di strati interessato da una faglia può essere misurato e prende il nome di "rigetto".
Il piano di faglia che separa le due porzioni rocciose è caratterizzato da una superficie più o meno liscia o da frammenti di roccia sgretolata durante lo scorrimento ("brecce di frizione o cataclasiti"): in generale, la roccia risulta attravresata da una fitta rete di fratture
Quando la faglia si presenta a bassissimo angolo (dai 45° a quasi orizzontale) e la massa rocciosa soprastante ha subito un significativo spostamento sino ad una certa distanza si parla di "sovrascorrimento", come quello della linea tettonica Barcis - Staro Selo

La gola del Susaibes è uno dei punti di osservazione più significativi e facilmente raggiungibili del lungo fronte del sovrascorrimento Barcis - Staro Selo
Risalendo la val Susaibes il geosito risalta improvvisamente per la brusca variazione del paesaggio.
Le manifestazioni più evidenti degli effetti delle deformazioni si riscontrano lungo una fascia ampia circa 300 metri, a cavallo della seconda briglia nell'alveo del torrente.
Lungo la val Susaibes le scaglie tettoniche di Dolomia Principale (o di Forni) si affastellano le une sulle altre con trasporto verso Sud, formando una complessa antiforme frontale.
Gli strati dolomitici si presentano verticalizzati con diffusi ed evidenti specchi di faglia.
L'enorme pressione sviluppata e l'elevato attrito hanno determinato la cataclasi delle dolomie in diverse fasce disposte lungo allineamenti trasversali della valle.
Lungo i versanti prospicenti la gola si nota inoltre la diffusa presenza di aree soggette ad erosione accelerata.
Tutto ciò determina una notevole produzione di detrito, anche grossolano, che si accumula nell'alveo e la morfologia a "calanchi" dei fianchi.
A causa dell'elevato grado di frammentazione delle rocce e della continuità dei processi, i versanti risultano privi di vegetazione arboreo arbustiva.
Lungo il torrente si osserva anche una vistosa piega a ginocchio che determina la giacitura verticale degli strati.
I toponimi che indicano alcuni siti in sinistra idrografica del torrente sono significativi dell'elevata instabilità dei versanti: si distinguono Plangiaria (= piano della ghiaia), Gravons (=ghiaioni), e monte Toc (= monte marcio).
Circa 500 metri a Nord della seconda briglia alla base di un'ampia falda detritica, qualche metro sopra l'alveo, sgorga copiosa la sorgente chiamata "Aga del Muscle"
DESCRIZIONE - L'anello può essere piacevolmente percorso in entrambi i sensi: noi abbiamo scelto il verso antiorario, partendo da Andreis avendo lasciato la vettura nel comodo parcheggio del Centro Visite del Parco Dolomiti Friulane (via Acquedotto) da dove imboccando via D'Annunzio ci dirigiamo verso l'area avifaunistica che raggiungiamo in breve e dove con un pò di fortuna possiamo incontrare rapaci ospiti del ricovero.
Da dietro l'area origina il sentiero CAI 979 che lungo un comodo sentiero in sottobosco raggiunge la chiesetta di San Daniele.

Tentativo 1: Salita Sud per Plangiarutta - Vi sono due tracce che si dirigono a Plangiarutta: la prima si trova a sinistra proprio alla base della salita lastricata che conduce alla chiesetta, mentre la seconda origina da dietro alla chiesa ed è preferibile in quanto più panoramica sulla faglia periadriatica. Essa dopo un breve decorso in cresta raggiunge comodamente e si conclude su un notevole punto panoramico sulla faglia. Sa qui sulla sinistra si intravedono tracce meno definite che proseguono e si inerpicano poco a sinistra rispetto al proseguio della cresta, fino a giungere all'attacco del sentiero che da Sud circumnavigava il monte Cjavac (Plangiarutta). 
La via che saliva per sinistra (Ovest) sembra alla vista completamente invalicabile con un importante salto e non abbiamo reperito ad occhio tracce sul terreno. 
La via che saliva a destra (Est) è a tratti visibile come traccia e se ne intuisce il decorso ma essa transita per il pendio Ovest parzialmente franato ed aggettante sulla faglia: pare meno impossibile di quello di sinistra, ma non abbiamo osato tentare, quindi siamo rientrati alla base della salita alla chiesetta, per continuare l'anello classico. 

Continuiamo lungo il sentiero CAI 979 che diviene strada prima sterrata poi asfaltata fino a giungere ad un bivio in cui a destra si tornerebbe ad Andreis, mentre a sinistra si va verso Sott'Anzas, abitato nei pressi del quale il sentiero continua in discesa nei pressi di una bella fontana per dirigersi verso il torrente Susaibes, ove sbocca nei pressi di una antica carbonaia.
A seguire un tratto davvero spettacolare che entra nella faglia periadriatica risalendo il greto del torrente fino a valicare la seconda briglia cementata e giungere alla particolare sorgente "Aga del Muscle" (=acqua del muschio), dove esso si biforca a destra nel CAI 979A (verso monte Toc) ed a sinistra (la nostra opzione) per salire in direzione della forcella Le Pitte (755 mslm). A circa un centinaio di metri di distanza dalla forcella nell'ultimo ghiaione di risalita possiamo intravedere sulla sinistra il sentiero che circumnavigando la cima di dirigerebbe a Plangiarutta. 

Tentativo 2: Salita Nord per Plan Davour - La traccia indicata in mappa decorreva ad una ventina di metri dopo la forcella risalendo lungo l'avvallamento di una canalina: noi inizialmente siamo invece saliti seguendo la linea di cresta ma dopo un centinaio di metri i mughi ci hanno invitato a piegare sulla destra e risalire per l'avvallamento. Alla faccia del nome (Plan Davour) la salita si presenta piuttosto ripida e nella parte alta va a riguadagnare la linea di cresta decorrendone un tratto assai panoramico: purtroppo, prima di affrontare l'ultimo tratto verso la cima rimaniamo bloccati da un importante salto non valicabile. Pare che anche essendo risaliti di una cinquantina di metri a destra rispetto alla forcella, seguendo la traccia nera indicata, nel punto in cui essa piegherebbe a destra non risulti possibile continuare. In seguito circumnavigando dal basso l'anello ci è sembrato che vi sia stato un importante franamento di una porzione di montagna che pare abbia reso invalicabile quel passaggio. Dunque anche questo seconda via di salita pare invalicabile.   

Rientrati a forcella Le Pitte continuiamo seguendo l'evidente traccia del Sentiero Naturalistico del Monte Cjavac, in un tratto di sottobosco molto bello fino a scendere sul greto del torrente de li Pales, ove continuiamo (CAI 975) in discesa accompagnati dalla bellezza delle sue acqua fino all'intersezione con il CAI 976 (che a destra sale a forcella Antracisa), ove noi andiamo a sinistra in direzione della selletta di Col di Crous: da qui possiamo seguire i segnavia CAI che ci accompagnano direttamente al punto da cui eravamo partiti, oppure possiamo scendere dalla traccia informale che scende dalla selletta di col di Crous e raggiungere Andreis per un sentiero che dal punto di vista naturalistico si rivela sicuramente assai particolare, ma con il prezzo di una quarantina di metri di risalire per circumnavigare un'abitazione che impedisce un rientro più diretto.