BARCIS - studio per la salita al monte Pastour

DATI
Lunghezza: 20.8 Km - Km sforzo: 37.1 Kmsf - Salita: 1630 m - Discesa: 1630 m - Dislivello totale: 3260 m - Altitudine minima: 436 m slm - Altitudine massima: 2011 m slm

Difficoltà:
Cammino: Alta
Accessibilità
Disabili (carrozzina): Non accessibile
Bimbi (passeggino): Non accessibile
Famiglie: Sconsigliato
Anziani: Sconsigliato
Cani: Sconsigliato
Io peso
kg
e ho
Questo percorso corrisponde a...
Tempo
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ore
Calorie
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Kcal
Risparmio
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Vita in più
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ore

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CARATTERISTICHE - Magnifico percorso in ambiente assolutamente selvatico, ma con distanze e dislivelli davvero importanti.
Per ovviare a ciò lo abbiamo percorso in doppia modalità acocrciando i 5 km della prima parte in mountain bike e rifornendoci al 4° km di acqua nei pressi di villa Emma (in tutta la percorrenza non si trova acqua): ciò permette di risparmiare tempo (circa 1,5-2 ore in meno) e fatica (alleggerendo il carico di cammino sulle ginocchia).
Fino al bivacco Groppa Pastour il sentiero sale a pendenza costante (19%) ed è facile e ben percorribile, mentre oltre non esiste più alcuna traccia, per cui anche per non perdere tempo conviene leggere bene la descrizione, guardare la galleria fotografica ed il tutorial e scaricare la traccia GPX qui allegata.
In ogni caso la risalita della canalina che porta alla vettà è difficile e non è un percorso escursionistico, ma alpinistico.
In questa prima esperienza ci siamo avvicinati fino alla cresta, dovendo rinunciare alla vetta poer stanchezza e disidratazione: ci ripromettiamo di tornarci, avendone compresa la complessità
DESCRIZIONE - Alla fine del minuscolo abitato di Arcola troviamo sulla destra un parcheggio dove lasciare la vettura (431mslm). Ci incamminiamo sulla strada provinciale sulla destra per circa 200 metri fino a trovare sulla sinistra l'imbocco della strada che entra nella Foresta Regionale del Prescudin e poco oltre la sbarra che ne impedisce l'accesso alle vetture. Il tratto fino a villa Emma (643mslm) è interamente su asfalto, misura 4 km e sale di 220 metri: la pendenza maggiore è quella che troveremo nel primo chilometro.
Arrivati difronte a villa Emma continuiamo sulla strada sterrata sulla sinistra seguendo le indicazioni per monte Medol (sentiero CAI 978), lungo una carrareccia che prosegue in debole salita lungo la val del Tasseit.
Dopo 800 metri da villa Emma la strada sterrata attraversa su un guado l'affluente sinistro del torrente Tasseit, oltre il quale la pendenza della strada diviene importante e pedalare sarà possibile solo per gli allenati: per chi ha effettuato in bici questo primo tratto, subito dopo il guado potrebbe essere il punto ideale per lasciare la bici.
Dopo 350 metri cui giungiamo ad un'ampio slargo ove seguiamo le indicazioni del sentiero CAI 978 che prosegue dritto in direzione di bivacco Pastour salendo su largo sentiero in una bella faggeta fino a giungere dopo 1 km alla base del Gravon dai Saltz (o ghiaione dei 100 tornanti): la parte più bassa del ghiaione inizia nei pressi della prosecuzione del CAI 978 in direzione di forca di Sass, che noi abbandoneremo per continuare la salita come CAI 978A.
Inizialmente l'erba prevale sul sasso che poi invece diviene predominante con l'alzarsi della quota: sono proprio 100 gli interminabili tornanti all'interno del grande catino giaioso del Pastour su un sentiero ben tracciato e percorribile, che man mano che sale diviene sempre più spettacolare, fino all'avvistamento del puntino rosso del bivacco Pastour, ad una decina di tornanti dalla fine, quando raggiunta la centesima curva il sentiero continua in una lunga ansa in direzione del bivacco. 
Il bivacco Groppa Pastour (1617mslm) meriterebbe qualcosa di più, permomeno una pitturata dello sbiadito rosso, ma soprattutto un transito maggiore, anche vista la spettacolare posizione panoramica in cui è stato appollaiato: purtoppo la lontananza da fonti d'acqua rappresenta un ostacolo aggiuntivo alla distanza dal punto di partenza (dal parcheggio di Arcola sono 10,5km e 1200 metri di dislivello...).
L'ultima grande ansa del tornante che attraversa e separa la parte alta del gravone da quella superiore è il punto in cui fermarsi per osservare con maggiore attenzione dove individuare il punto di attacco alla cima (vedasi anche galleria fotografica).
La traccia CAI tratteggiata in rosso su mappa Tabacco è ingannevole: il sentiero è evidentemente dismesso da decenni, sul terreno non troveremo nessuna traccia, né alcuna bollinatura ed in ogni caso l'ingannevole tratteggio della mappa non esprime certamente la difficoltà della salita, che invece è di tipo alpinistico.
Per quanto riguarda l'attacco del "sentiero" esso non si trova dunque dietro il bivacco come eravamo stati indotti a credere seguendo l'indicazione della mappa tabacco, nonché una ingannevole traccia sul terreno, che però si interrompe ad un centinaio di metri tra erbe ed alberi impraticabili.
Per provare ad aggirare tali ostacoli siamo rientrati di 150 metri sul sentiero lungo la grande ansa dell'ultimo tornante prima di giungere al bivacco, ove sulla destra una canalina sassosa ci è sembrata accessibile: in effetti lo è, ma risulta davvero faticoso salire di 200 metri su fondo friabile a pendenza importante (47%), quindi arrivati alla base del massiccio roccioso piegare a sinistra per riportarsi sul ghiaione: per questo tratto abbiamo impiegato 45' e notevoli fatiche.
La soluzione individuata a posteriori ci sembra un'altra, lungo un transito decisamente meglio percorribile: grossomodo dal centro della grande ansa del tornante che porta al bivacco (per la precisione 270 metri prima del bivacco...) ci fermiamo ad osservare l'apice del gravone in cui inizia la canalina in cui dovremo salire, che è ben individuabile grazie ad un grande sperone roccioso alll'ingresso del canale, che sarà un ottimo utile punto di riferimento. Una volta individuata la direzione dall'ansa del grande tornante di cui sopra (grossomodo dove peraltro iniziava probabilmente anche il sentiero diretto a forchia Bassa), cerchiamo una lunga fascia erbosa che rende accessibile la pur faticosa salita: l'erba finisce poco prima dello sperone, che raggiungeremo tramite l'ultimo breve tratto un pò più faticosamente, salendo per ghiaie. 
Dopo lo sperone entriamo nella canalina di risalita, in cui conviene tenersi sul lato sinistro, ove per alcuni brevi tratti troveremo un pò di erba che ne faciliterà l'ascesa: si tratta di salire su un gravone via via più stretto ed estremamente franoso, quindi la salita risulta decisamente impegnativa fino a quando giunge ad una strettoia, che rappresenta il primo vero punto critico (2° grado): la strettoia sembra invitarci ad andare dritti in alto a destra lungo una salita per erbe, tanto invitante quanto assolutamente sconsigliata ed errata. Invece -dopo essere risaliti per circa 3 meti nella strettoia- si deve  piegare a sinistra per riportarsi al canale ghiaioso di risalita. 
Proseguiamo le fatiche fino ad incontrare dopo circa 200 metri un bivio del canale, in cui - nonostante un bollino sembra invitare ad andare a destra- la via di ascesa si trova ancora una volta a sinistra. 
Continuiamo la salita mentre sopra di noi compare il cielo che indica l'approssimarsi delle cresta, che però raggiungeremo la prossima volta...
Fondo del percorso