TRAMONTI DI MEZZO - forcella Zuvial - cresta dei monti Sciara - cima Valcalda Sud

DATI
Lunghezza: 18.0 Km - Km sforzo: 36.6 Kmsf - Salita: 1860 m - Discesa: 1860 m - Dislivello totale: 3720 m - Altitudine minima: 740 m slm - Altitudine massima: 1908 m slm

Difficoltà:
Cammino: Alta
Accessibilità
Disabili (carrozzina): Non accessibile
Bimbi (passeggino): Non accessibile
Famiglie: Sconsigliato
Anziani: Sconsigliato
Cani: Sconsigliato
Io peso
kg
e ho
Questo percorso corrisponde a...
Tempo
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ore
Calorie
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Kcal
Risparmio
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Vita in più
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ore

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CARATTERISTICHE - Anello decisamente lungo ed impegnativo, per escursionisti esperti, denso di grande bellezza, con panorami mozzafiato lungo la bellissima cresta dei monti Sciara, tramite cui si raggiunge per ampie praterie alpine la cima Sud del monte Valcalda, da dove infine lo sguardo spazia su valli e cime della Carnia. Acqua disponibile solo nel tratto iniziale del percorso. Sconsigliato con neve e caldo: i periodi migliori sono primavera ed autunno.
DESCRIZIONE - Da Tramonti di Mezzo ci avviciniamo al punto di partenza tramite via Canal di Cuna e risalendo in vettura la Val Chiargia fino località Selvapiana (740mslm).
Da qui inizia il lungo cammino: possiamo raggiungere forcella Ciuf (905 mslm) o direttamente dal sentiero CAI 830, oppure tramite la strada sterrata che raggiunge forcella Zuviel (896 mslm), da dove un breve sentiero con alcuni bei passaggi panoramici sul Canal di Cuna si ricollega a forcella Ciuf. 
Da qui inizia un piacevole sentiero dopo poco passa sotto monte Ciuf, in corrispondenza di un breve passaggio su roccia sotto la grande parete del piccolo monte, su cui avvenero lanci di materiale da parte degli alleati durante la Guerra di Liberazione. 
Il sentiero continua in debole salita fino a giungere nei pressi di una sorgente del Cuel della Barcia (970mslm), dove possiamo trovare l'unico (e quindi ultimo...) sicuro punto d'acqua di tutto il percorso, oltre il quale inizia una salita più decisa che dopo poche decine di metri giunge nei pressi di un piccolo ghiaione: qui il CAI 830 passava a destra del ghiaione ma la traccia è andata inerbata ed è molto difficile da individuare, quindi è preferibile risalire sulla sinistra del ghiaione dove sale un evidente e pendente sentiero diretto a casera Savoieit (1170mslm). Per la cronaca all'inizio dello stesso un breve tratto di sentiero continuerebbe orizzontalmente e dopo una trentina di metri si giunge ad un rudere che in loco viene indicato come "rifugio Gardelin": anche da qui un sentiero sale sulla destra a raggiungere casera Savoieit. La casera è posta in posizione panoramica ed è un bivacco (immagino curato da un privato) e dotato di 8 posti letto, un tavolo interno ed uno esterno: per l'acqua potabile è necessario tornare alla fonte di Cual della Barcia. Sul versante sud spicca l'evidente e particolare cima dello Spicher de Tui con sullo sfrondo la parte inferiore della Val Meduna ed il lago di Redona: sulla destra un piccolo prato a circa 200 metri è il sito dove giacevano le stalle Gardelin dove nel coprso della Guerra di Liberazione è stato ucciso un soldato cosacco. 
Riprendiamo il cammino dal sentiero che continua da dietro la casera e decorre in modo trasversale andando a congiungersi nei pressi di un piccolo ghiaione la flebilissima e pressoché invisibile traccia del CAI830 che sale da destra e che abbiamo preferibilmente eviatato anche per goderci il passaggio a casera Savoieit: entraiamo ora nell'immenso pratone sottostante alle pendici del grande catino dei monti Sciara.
Si tratta del tratto più complesso dell'intero percorso, non tanto per complessità, quanto per individuare la traccia: il decorso dalla casera è pressoché rettilineo e nel primo tratto sale in mood tranquillo attarvreso i prati su traccia evidente; a 370 metri dalla casera la traccia continuerebbe in modo orizzontale (sulla mappa è indicata in nero e diretta verso l'Oselar), mentre noi dovremmo andare a sinistra cercando di seguire i pochi sbiaditi e radi segnavia biancorossi rimasti e salendo in maniera leggermente più decisa sempre lungo una direttrice NordEst: in questo segmento la traccia diviene flebile ma ancora presente e misura 440 metri (27%) fino ad arrivare al primo ed unico tornante della salita che ora piega a NordOvest e sale con pendenza decisa lungo il prato in cui alcuni radi paletti posso aiutare ad orientare la direzione, ma su cui non fare troppo affidamento. In sostanza si tratta di individuare il solco della forcella in alto a sinistra e dirigersi verso di essa: il sentiero la raggiunge lungo una linea retta di 430 metri a pendenza impegnativa (38%) su traccia pressoché assente fino a giungere nella parte alta (1500 mslm), dove inizia la comoda canalina di salita alla forcella e dove troviamo una ben definita traccia su cui saliamo dominando con lo sguardo le grandissime prative pendici Sud nel catino creato dai monti Sciara. 
Raggiungiamo la forcella Sciara (1652 mslm) dove la vista cambia radicalmente, aprendo lo sguardo sull'altipiano di Teglara al cui centro vediamo l'omonima casera.
Dalla forcella anzché continuare lungo il sentiero che scende verso la casera, andiamo a sinistra seguendo la cresta, dove è presente una minima traccia fino a giungere per un tratto straordinariamente panoramico la cima del monte Sciara Grande (1681mslm). 
Siamo dunque entrati nel lunghissimo tratto splendidamente scenografico della cresta dei monti Sciara, un percorso informale che decorre lungo il comodo spartiacque dei due catini: la percorrenza è sempre facile, decorre per due brevi tratti leggermente esposti tra la Sciara Grande le scultura di un crocifisso in ferro che guarda assieme a noi la Val Meduna e continua sempre per prati circumnavigando l'apice del grande anfiteatro che ha per palco casera Teglara. Possiamo raggiungre comodamente la cima della Sciara Piccola (1678mslm) dopo la quale sulla sinistra vi è l'Altar dal Diaul, quindi giunge a forcella Teglara (1664msl) dova da sinistra sale un sentiero che a vederlo dall'alto lascia immaginare la densità della salita di 1200 metri che da Maleon conduce fin qui lungo il CAI 834! Davvero impressionante il contrasto tra la docilità apenninica dell'altipiano di Teglara con alcune pareti strapiombanti sulla Val Meduna che vediamo sulla sinistra.
Continuaimo sui tranquilli saliscendi della cresta fino a tornare sulla traccia del CAI 826, quando essa sale decisa principalmente per prati per dirigersi sulla cresta tra cima Teglara e cima Valcalda: raggiungere la cresta comporta un nuovo stupore perché ai nostri piedi ora è la valle della Carnia, con alla base il Tagliamento tra i paesi di Villa Santina ed Ampezzo ed in alto un'interminabile cornice di vette. Un ultimo breve tratto di cresta erbosa ormai ci separa dalla cima del monte Valcalda Sud (1908mslm) dove il nostro cammino giunge a conclusione e dove godiamo di una meritata sosta ammirando lo straordinario panorama. A titolo di informazione, la cima Sud della Valcalda è separata dalla cima del monte Valcalda Nord da un forcella oltre cui un ripido pendio erboso rende tale breve tratto sconsigliabile dal punto di vista escursionistico anche esperto: per chi volesse raggiungerla è necessario come minimo avere dei ramponi ai piedi (noi non abbiamo intrapreso il passaggio).
Ricolmati gli occhi di grande bellezza siamo tentati di raggiungere la cima Teglara, ma sulle gambe iniziano ad accumularsi ore e dislivello, inoltre temiamo che un tratto di cresta possa essere non semplice, quindi rientriamo godendoci il tratto di cresta fin quando il prato ci invita a scendere compiendo un piccolo anellino in quota (quindi non passando lungo la via di salita), infine ritornando ad immetterci sulla traccia del CAI 826 da cui scenderemo fino a entrare al centro del catino erboso dell'altipiano: una grande e bellissima prateria alpina che percorreremo fino nei pressi di casera Teglara (1573mslm), nei pressi della quale si trova un incorcio tra 4 sentieri e dove noi ci immetteremo in quello meno evidente, ossia il CAI 830 che tra fiori e colori ci ricondurrà a forcella Teglara, da dove scenderemo lungo la traccia per cui eravamo saliti.
Fondo del percorso