BARCIS - Foresta Prescudin: le cascate "Aga de Malerope" ed il monte Medol raggiunto dal versante Nord

DATI
Lunghezza: 15.8 Km - Km sforzo: 24.6 Kmsf - Salita: 885 m - Discesa: 885 m - Dislivello totale: 1770 m - Altitudine minima: 430 m slm - Altitudine massima: 1150 m slm

Difficoltà:
Cammino: Alta
Accessibilità
Disabili (carrozzina): Non accessibile
Bimbi (passeggino): Non accessibile
Famiglie: Sconsigliato
Anziani: Sconsigliato
Cani: Sconsigliato
Io peso
kg
e ho
Questo percorso corrisponde a...
Tempo
-
ore
Calorie
-
Kcal
Risparmio
-
Vita in più
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ore

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CARATTERISTICHE - I sentieri all'interno della Foresta del Prescudin sono ormai in gran parte dismessi: a ciò si aggiunge la difficile accessibilità dai punti di partenza a causa della invalicabile sbarra ad inizo della valle. Abbiamo pertanto escogitato il sistema di percorrere il primo tratto in mountain bike in modo da ottenre un risparmio netto di almeno 2 ore nella percorrenza. Siamo andati a vedere in che condizioni si trova l'ex CAI 980A, dismesso da anni: esso saliva in direzione di forcella Antander ed era un utile possibile via di salita alla dorsale che separa Alpago da Valcellina. Inoltre esso salendo a quota più bassa (circa 1300mslm) incrocia un altro interessante ma dismesso sentiero, ossia il traverso (CAI 980) che collegava il bivacco val Zea al bivacco Pastour.
L'intento iniziale era di verificare la possibilità di raggiungere il monte Medol dal versante posteriore e di verificare la percorribilità della cresta di Medulat: abbiamo incontrato ambienti davvero notevoli, decisamente wilderness e molto vari tra di loro.
La salita al Medol è possibile, benchè sia necessario avere la traccia satellitare (qui scaricabile) perché non è facile orientarsi, in particolare dopo aver abbandonato la traccia dell'ex 980A: la salita sul ghiaione finale è facile, molto piacevole e panoramica, ma si complica proprio negli ultimi metri prima di scollinare in cresta, nei pressi dell'unico tratto insidioso su sabbia (v. sotto).
Chi volesse comunque salire potrebbe evitare la circumnavigazione della traccia che sale fino alle sorgenti del torrente Prescudin (anche se l'ambiente naturale è davvero bello) e continuare proprio sull'alveo del torrente Prescudin fino a poco prima della grande e bellissima cascata "Aga de Malerope", da dove prendere il ghiaione di salita: raggiungere la cascata è già di per se un obiettivo soddisfacente
Abbiamo valutato la cresta come possibile via di accesso al (o scarico dal...) traverso che collega il bivacco Val Zea bivacco Pastour: diciamo che sembrerebbe percorribile anche se si presenta abbastanza ondulata e addensata di alberi che non la rendono panoramica.  
Acqua ne abbiamo trovata negli attraversamenti del torrente Prescudin, ma la sua presenza nella stagione secca andrebbe verificata.
Stagioni consiglliate: primavera e autunno.
Questo percorso è per escursionisti molto esperti.
DESCRIZIONE - Alla fine del minuscolo abitato di Arcola troviamo sulla destra un parcheggio dove lasciare la vettura (431mslm). Ci incamminiamo sulla strada provinciale sulla destra per circa 200 metri, quando troviamo sulla sinistra l'imbocco della strada che entra nella Foresta del Prescudin e la sbarra che ne impedisce l'accesso alle vetture. Il tratto fino a villa Emma (643mslm) è interamente su asfalto, misura 4 km e sale di 220 metri: la pendenza maggiore è quella che troveremo nel primo chilometro. Arrivati a villa Emma continuiamo sulla destra lungo la strada che diviene sterrata e si porta a oltrepassare un primo guado sul rio Tasseit un affluente che poco oltre si immette nel torrente Prescudin e nei pressi del quale troveremo acqua e poco oltre un secondo guado sul torrente Prescudin oltre il quale troveremo sulla destra il sentiero che sale sul monte Arghena ed un centinaio di metri oltre sempre sulla destra le indicazioni che conducono alle sorgenti del Ciastron. Da villa Emma il tratto sterrato di mulattiera misura 1,4km e sale di 45 metri concludendosi in una sorta di piazzale (711mslm) ove - se siamo giunti in bicicletta- potremmo lasciarla.
Da qui inizia il sentiero che sale ai margini del torrente Prescudin e che dopo circa un centinaio metri arriva ad un guado ove lasceremo il sentiero CAI 380 ed attraverseremo il torrente Prescudin: oltre il guado un cartello avverte che il sentiero CAI 980A è stato dismesso e risulta inagibile e che il tempo ipotizzato per raggiungere al bivio con il CAI 380 (sentiero che in alto collegava il bivacco Val Zea al bivacco Pastour) a quota 1270 mslm era di 2 ore e mezza. 
Da qui in poi sarà utile avere la traccia satellitare perché il sentiero non risulterà sempre visibile: alcuni vecchi segnavia biancorossi del CAI dismesso potranno aiutare nel trovere la direzione e saranno utili  ma non sufficienti.
Il tratto iniziale decorre salendo blandamente in una bella faggeta sulla destra orografica del torrente: a parte la circumnavigazione di alcuni alberi schianati non presenta nessuna difficoltà: una volta usciti dal bosco dopo 700 metri dal guado continuiamo su un breve tratto di torrente nei pressi del greto che incontra da sinistra la confluenza (quota 780mslm) di un torrente (Medol) che scende dalla cima del Medol e sembra invitare la salita, che sulla carta pare banale, mentre in realtà è assolutamente sconsigliata, in quanto la parte alta presenta salti non valicabili.
Continuiamo la nostra percorrenza a fianco del torrente Prescudin: qui la traccia che ho seguito e che è scaricabile temo contenga un errore, in quanto dopo 200 metri sono arrivato all'attraversamento sul torrente Prescudin, ove erano posizionati evidenti ometti da entrambi i lati, oltre il quale però mi sono imbattuto in un tratto di salita assia pendente ed in assenza di alcun segnavia o traccia, che ho reincontrato solo più in alto. Controllando a posteriori la traccia su altre mappe in realtà sembra che dopo circa 100 metri dall'attraversamento del greto del Medol il sentiero continui ancora sulla destra orografica del torrente per valicarlo circa 150 metri oltre al punto dove l'ho attraversato io; forse in questo modo si evita il tratto un pò impervio lungo cui sono salito dopo l'attraversamento.
[Nota: l'anello qui descritto è quello realmente percorso ed indicato sulle mappe. Qualora la nostra intenzione fosse quella di raggiungere cresta di Medulat, per percorrere la via più breve e comoda, qui converrebbe continuare la facile risalita del torrente fino a quando essa diviene impossibile nei pressi della grande cascata: da li si salirà sul ghiaione di sinistra, seguendo la traccia qui descritta in discesa e recuperabile dal file satellitare]
In ogni caso a quota 850mslm ci sono arrivato comunque e da qui è iniziato un tratto semplice in una faggeta a dir poco fiabesca: continuiamo per circa 650 metri fino a quando il sottobosco si dirada e compare sulla sinistra il greto di un torrente nei pressi delle sorgenti del torrente Prescudin: uno slargo di ghiaie e di erba sotto un conoide, che a giudicare dall'assenza di alberi e dalla incurvatura di quelli che hanno resistito fa pensare ad un luogo soggetto a frequenti slavine. Scendiamo sulla sinistra per una decina di metri fino a guadagnare l'attraversamento che si trova a 970mslm, quindi risaliamo per 10-20 metri il greto e cerchiamo di individuare il passaggio dove risalire dall'altro lato. Oltre il greto vi è un tratto erboso con una radutra alberata, in cui tutti gli alberi presentano una evidente incurvatura verso il basso, segno di un importante e continuo passaggio di neve in caduta: attraversato trasversalmente questo tratto giungiamo nei pressi di un successivo greto, nei pressi del bivio ove un sentiero sale (immagino che da qui la pendenze si facciano importanti) in direzione di forcella Antander, mentre il sentiero diretto al Medol lo andremo a cercare oltre il greto: in effetti non senza sorpresa dopo un breve vagare e senza grandi aspettative di trovare tracce, mi sono imbattuto in una evidente traccia. In ogni caso senza una traccia satellitare, da qui in poi è davvero molto difficile orientarsi, in quanto sul terreno essa non è sempre evidente e ci sono alcuni transiti per mughi che possono disorientare: la distanza di questo traverso non è molta (circa 600 metri) e prevede di passare per un sottile e poco evidente taglio di mughi, quindi di continuare decorrendo in modo pressoché trasversale ma con qualche saliscendi, tenendosi sotto i grandi paretoni rocciosi sulla nostra destra, fino a giungere in una sorta di alveo ghiaioso di un piccolo torrente che ci inviata a scendere, infine (sempre tenendosi a ridosso delle pareti di roccia) attraversare in discesa una comoda cengia che ci conduce ad un grande alveo sassoso del secondo grande torrente che scende dalla cresta di Medulat e che andremo a risalire. Il traverso non presenta sitazioni difficili o pericolose: la difficoltà principale è il riuscire ad orientarsi. 
Ora iniziamo da quota 940mslm la risalita del ghiaione, che si rivela estremamente piacevole ed assai facile: in 300 metri saliremo di 140 metri (pendenza 49%), ma a parte un pò di fatica anche la bellezza dell'ampio panorama si sarà d'aiuto. In particolare alla base della salita noteremo (a meno nei periodi di secca) l'impressionante cascata, che andremo a vedere da vicino lungo il rientro.
Troveremo la parte più ostica alla fine della salita, annunciata da un abbastanza comodo passaggio tra mughi a cui segue l'unico tratto insidioso del percorso: si tratta di un passaggio leggermente esposto di 5 metri su sabbia fine di consistenza tenera a ridosso di una parete di roccia friabile (vedasi foto e video in link allegati). Diciamo che l'evenienza di una caduta non avrebbe grandi conseguenze perché vi un primo catino di contenimento dove una eventuale caduta potrebbe fermarsi, ma oltre questo catino il salto è notevole. Dopo questo passaggio la cresta è a portata di sguardo anche se manca ancora un ultimo tratto un pò fastidioso tra mughi. Dalla cresta dal Medulat (1150mslm) possiamo raggiungere la vetta del monte Medol, ma poiché la cresta risulta più ondulata del previsto per raggiungerlo conviene tenersi un pò sotto cresta sul comodo versante Sud, considerando che ci toccherà perdere una cinquantina di metri prima di poter salire su cima Medol (1141mslm).
Rientriamo sui nostri passi scendendo il ghiaione fino alla base ove troveremo (nei periodi d'acqua) la bellissima e alta cascata "Aga de Malerope" sul torrente Prescudin: da qui scendendo facilmente il torrente ci ricongiungeremo alla traccia da cui eravamo saliti.
Fondo del percorso