CIMOLAIS - rifugio Pordenone - bivacco Perugini (campanile di Val Montanaia) - forcella Montanaia - rifugio Padova - forcella Segnata

DATI
Lunghezza: 14.0 Km - Km sforzo: 35.8 Kmsf - Salita: 2180 m - Discesa: 2180 m - Dislivello totale: 4360 m - Altitudine minima: 1170 m slm - Altitudine massima: 2333 m slm

Difficoltà:
Cammino: Alta
Accessibilità
Disabili (carrozzina): Non accessibile
Bimbi (passeggino): Non accessibile
Famiglie: Sconsigliato
Anziani: Sconsigliato
Cani: Sconsigliato
Io peso
kg
e ho
Questo percorso corrisponde a...
Tempo
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ore
Calorie
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Kcal
Risparmio
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Vita in più
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ore

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CARATTERISTICHE – Le moltissime persone che salgono a vedere la straordinaria conca del Campanile di val Montanaia sono purtroppo costrette a percorrere un percorso ad andata e ritorno. Infatti il passaggio per la forcella Cimoliana (che condurrebbe alla valle Monfalcon di Cimoliana) è stato dismesso, quello per la forcella Giumelli/Segnata è una via alpinistica non consigliabile in discesa (verso valle Cadin de Toro), quello per forcella Montanaia continua per una discesa che implica poi un lungo percorso di rientro. Abbiamo dunque scelto di provare un anello con discesa dalla Montanaia e salita alla Segnata, transitando per il rifugio Padova: ne è derivato un percorso assai lungo ed impegnativo (leggi: alpinistico) lungo il tratto di salita alla forcella Segnata. Acqua: in Val Montanaia lungo la salita verso il campanile fino a 1700 metri (variabili in base alle stagioni), poi nulla fino alla fonte presso il rifugio Padova. Soste incluse ci abbiamo messo 7 ore e mezza, con andatura “velocina”.
DESCRIZIONE – Presso Pian di Meluzzo (1179mslm) troviamo numerose possibilità di parcheggiare la vettura: possiamo scegliere la breve deviazione per il vicinissimo rifugio Pordenone (1246mslm) da effettuarsi all’andata e/o al ritorno. La segnaletica che indica il sentiero che conduce al campanile di Val Montanaia (CAI 353) è abbondantemente presente, come pure sarà improbabile trovare una giornata senza incontrare persone che salgono verso il catino che lo contiene, uno dei più belli scenari della Alpi. Ciononostante il sentiero che sale lungo l’irto ghiaione è minimale e mantenuto in una condizione molto “naturale”. 
Raggiungere il magnifico punto di osservazione del bivacco Giuliano Perugini (2066mslm) è una salita di 3 km con un dislivello di 900 metri (30% pendenza media): una salita tranquilla e senza difficoltà particolari, a parte la fatica della pendenza talora importante. Sostanzialmente si tratta di risalire il ghiaione che via via diviene più stretto fino all’ultimo tratto tra mughi prima del campanile di Val Montanaia. Sarà possibile attingere acqua fino ad una quota variabile (in genere 1700mslm) a seconda della stagione e della piovosità. 
Se fin qui la salita è stata per (quasi) tutti, da qui in avanti le cose iniziano a complicarsi: innanzitutto raggiungeremo la forcella Montanaia (2334mslm), imperdibile punto di osservazione per uno scatto globale sull’incantevole catino del campanile. La distanza dal Perugini è breve (900 metri), ma si tratta di salire di altri 300 (quindi una pendenza media del 35%, ma ingravescente) su un fondo ghiaioso di grandi ciottoli via via più piccoli con la salita: anche qui niente di trascendentale a parte la fatica, comunque ripagata dalla vista. A circa 1/3 di salita da notare a destra la forcella Cimoliana (2180mslm). 
Dalla forcella inizia la discesa e qui inizia un tratto per escursionisti esperti: soprattutto la parte più alta è la più pendente, all’apice del grande cono di ghiaia che scende fino alla val d’Arade. La traccia è segnata e ben visibile anche se bisogna tenere conto che possibilmente la franosità e le condizioni meterologiche tendono a dilavarne il passaggio: ad ogni modo con le dovute cautela ed un po’ di prudenza, tenendosi sul margine sinistro del ghiaione scenderemo fino a valle, perdendo 400 metri di dislivello in 700 metri di distanza fino al primo bivio, con una pendenza media del 60%, via via in attenuazione. Alla base da segnalare la magnifica la vista a destra/Est sul Cadin d’Arade verso forcella Monfalcon di Forni (2292mslm). 
Continuiamo per altri 350 metri e giungiamo al secondo bivio (si tratta di un triangolo di sentieri) in cui lasciamo il CAI 353 e ci immettiamo sul CAI 342 andando a sinistra in comoda discesa tra mughi dove incontriamo nei pressi del cosidetto "Ancoraio del Gatto" un bivio che a destra conduce a forcella Scodovacca (CAI 346): noi continuiamo la tranquilla discesa e dopo un breve passaggio su un greto di torrente (Ru Pra d Toro) scendiamo su sottobosco di faggio fino a giungere al bivio con il CAI 357 che a sinistra sale verso forcella Segnata. 
Concediamoci a questo punto una sosta visto che siamo vicino al bellissimo rifugio Padova, che merita sicuramente il passaggio: da forcella Montanaia al Padova sono trascorsi 3km con una perdita di dislivello di 1040 metri di quota.
Ci immettiamo ora sul CAI 357 che inizia nei pressi di una piccola chiesetta alpina e sale lungo la valle Cadin de Toro: arrivare al bivio della forcella Segnata (1636mslm) da cui inizia il tratto più complesso sono 1,5km con 350 metri di salita (pendenza media 25%, con alcuni tratti più pendenti).
A quota 1636mslm inizia il sentiero alpinistico, che sale a sinistra la base di un ghiaione con pendenza ed impegno via via ingravescenti senza grandi problemi saliamo su ghiaie i primi 200 metri (bellissima la veduta sul Cadin de Toro) quindi arriviamo a quota 1820, dove ci armiamo di caschetto ed iniziamo la salita non banale con cui raggiungeremo la forcella salendo di 500 metri (pendenza 80%). 
L’apice delle ghiaie si restringe in una stretta canalina dove è posizionata una corda di circa 2 metri, utile per superare un lastrone verticale e spostarsi a destra e circumnavigare l’invalicabile gola. A seguire uno stretto camino, alla fine del quale una larga cenghia ghiaiosa ci porta ad un allargamento del ghiaione che ci illude che il peggio sia passato. In realtà a quota 2000 ci attente sulla destra un secondo breve passaggio di 2° per risalire una piccola piastra di pietra ma leggermente esposto ci porta ancora a destra per raggiungere un secondo camino verticale. A seguire un semplice tratto su ghiaie fino a quota 2100. Nell’ultimo tratto la gola si restringe e verticalizza nuovamente fino a giungere in forcella.
L’incedere sarà necessariamente lento (noi ci abbiamo impiegato 1 ora), lungo una salita ben bollinata ma sempre impegnativa, con solo brevi tratti camminabili, con almeno la metà della percorrenza su 1° grado (utile avere le mani libere dai bastoncini) con alcuni brevi passaggi di 2° da effettuare con attenzione: qui ci si rende conto che la discesa dalla forcella sarebbe davvero sconsigliabile.
Giungiamo stanchi alla forcella (2260mlsm) anche perché abbiamo sulle gambe più di 2000 metri di salita: localmente è indicata come forcella Segnata, ma dalle mappe risulterebbe un refuso l'indicazione come forcella Giumelli. Saliti in forcella -poiché la visuale non comprende il campanile nascosto dall’antistante cima Rosina- conviene spostarsi a sinistra di un centinaio di metri lungo un comodo traverso per poter ammirare la conca del campanile da una visuale laterale davvero notevole.
Per quanto riguarda la discesa, la parte alta è impegnativa ma non presenta particolari difficoltà, quindi la discesa (soprattutto dopo avere visto quella dal versante di salita) non rappresenta un problema: 700 metri di distanza per 200 metri di perdita di dislivello (-30%) ci condurranno al bivacco Perugini, da cui rienterremo lungo il tragitto percorso in andata
Fondo del percorso