ERTO - il torrente Vajont - val Vajont - focella val de Pin - pseudorifugio casera Ditta - val Mesazzo

DATI
Lunghezza: 17.0 Km - Km sforzo: 30.0 Kmsf - Salita: 1300 m - Discesa: 1300 m - Dislivello totale: 2600 m - Altitudine minima: 725 m slm - Altitudine massima: 1437 m slm

Difficoltà:
Cammino: Alta
Accessibilità
Disabili (carrozzina): Non accessibile
Bimbi (passeggino): Non accessibile
Famiglie: Sconsigliato
Anziani: Sconsigliato
Cani: Sconsigliato
Io peso
kg
e ho
Questo percorso corrisponde a...
Tempo
-
ore
Calorie
-
Kcal
Risparmio
-
Vita in più
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ore

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CARATTERISTICHE - Risalire il torrente Vajont dalla alta ed angusta gola che da origine al lago fino alle sue sorgenti è un'esperienza davvero notevole, anche se purtroppo non per tutti, visto che il primo tratto di sentiero è stato dismesso e presenta numerose frane alcune delle quali da valicare con attenzione: è quindi un percorso solo per escursionisti molto esperti e ricordo che circa nel 2010 un ragazzo è morto precipitando in questo primo tratto. Consiglio di guardare bene sia le foto sia il video tutorial e di leggere la relazione prima di avventurarrsi, anche perché pur non avendo un grande dislivello l'intero anello è assai lungo. Acqua se ne troverà in abbondanza e sempre. Non fare affidamento sullo pseudorifugio casera Ditta per un supporto, a meno che la gestione venga in futuro cambiata.
DESCRIZIONE - Da Erto ci dirigiamo verso passo San Osvaldo ed una volta passata la frazione di San Martino, circa 500 metri dopo l'omonima chiesetta inizia sulla destra la stradina asfalata che decorre lungo l'altro lato del lago, dove troviamo parcheggio in uno slargo poco prima della prima galleria (740mslm). Un evidente scalinata in cemento indica l'inizio del sentiero che sale decisamente ed in breve giunge al capitello di San Antonio in Therenton dove il sentiro CAI 903 prosegue salendo a sinistra ed inerpicandosi in direzione del monte Cornetto, mentre a destra troviamo una evidente traccia che è il sentiro dismesso della val Vajont. Il primo tratto decorre pressochè orizzontale e presenta un certo grado di esposizione, in quanto transita sopra l'angusta ed alta gola del torrente Vajont. In breve tempo giungiamo ad una prima frana assai grande ma nel complesso facilmente transitabile: dopo la frana il sentiero lentamente si abbassa portandosi fino nel greto del torrente, su cui proseguiamo fino ad uno slargo in cui l'antica bolinatura biancorossa ed alcuni ometti ci invitano ad attravresare balzando sui massi od inzuppando le calzature. Poco oltre l'attravresamento possiamo notare i resti di un vecchio mulino, dopo cui seguiamo il canale che portava acqua fin o a dipartirci sulla destra lungo un sentiero che sale e si porta una cinquantina di metri sopra il torrente, lungo alcuni tratti leggermente esposti ed una salita facilitata da una fune metallica. Da qui in avanti il decorso viaggia per un lungo tratto circa una trentina di metri sopra il torrente e risulta più volte interrotto da piccole frane (1-2 metri, abbastanza facilmente transitabili, ma con cautela) dovute a rivoli d'acqua che scendono dalla montagna sula destra (monte Zerten) fino a giungere alla ultima e più grande delle frane (una ventina di metri). Questa va affrontata con una calata all'interno della frana per una decina di metri, quindi risalita sul suo lato opposto di una quindicina di metri fino a recuperare il sentiero, che a seguire continua in un decorso pressoché pianeggiante, passando a fianco de resti della sorgente di acqua benedetta, di cui però resta solo un misero gocciolatoio da una piccola tubatura ormai faticente. A poco a poco la traccia si abbassa fino a guadagnare il mtorrente, dopo essere transitata a fianco di imponenti massi che formano un grande riparo naturale: esso giunge nel torrente nei pressi di un grande masso, ove dovremo attravresare. Non volendo immergere i piedi nella fresche acque si più risalire il torrente di un centinaio di metri fino a atrovare comode pietre su cui balzellare ed attraversare. Ora viaggeremo sempre sulla destra orografica lungo una traccia ai margini del torrente che a volta sale fino ad una venina di metri più in alto: ad un certo punto arriveremo ad una piccola gola di un rugo che riversa più in basso formando simpatiche pozze, dopo la quale il sentiro dopo un decorso orizzonatle arriva al punto più problematico del sentiro, ossia un passaggio franato su cui erano state posizionate delle travi (la cui stabilità non abbiamo osato tastare) ed una fune di corsa (perennemente bagnata e tendenzialmente marcescente): onde evitare di essere noi a fugare i dubbi circa la tenuta di trave e corda, siamo tornati inditro di circa 150 metri, fino ad individuare un comodo punto da cui scendere sul torrente che andiamo a risalire nuovamente per 150 metri fino ad individuare sulla sinistra il passaggio che avevamo voluto evitare. Ci inerpichiamo per la ventina di metri necessari a raggiungerlo, quindi proseguiamo la percorrenza che continua senza problemi fino al grande e bello slargo nei pressi della confluenza con il torrente Gè della Frugna, che valicheremo. Questo primo tratto misura 4km e la percorrenza ha necessitato di 2,5 ore.

D'ora in poi entriamo nel sentiero CAI 904: questo significa che i segnavia si presenteranno in modo molto più frequente ed affidabile. A volte forse perderemo alcuni tratti, ma la sostanza sarà quella di seguire il torrente fino alla sua sorgente, quindi qualora avessimo qualche incertezza, risalendo il greto non sbaglieremo mai. Il decorso è pressoché rettilineo: dopo circa 1,6 km il torrente si restringe in un passaggio difficilmente valicabile dall'interno, quindi il sentiero si porta una decina di metri sopra sulla destra, ma nel 2021 una decina di metri di sentiero era interrotto da una serie di schianti di alberi, tra ci comunque risultava possibile passare con una minima circumnavigazione. la traccia poi si riprta ancora sul greto del torrente Vajont fino a quando esso devia sulla destra iniziando la parte di salita verso la forcella Val de Pin (Fos de Vajont). Si tratta di salire di circa 400 metri all'interno del torrente che diviene via via più stretto: non presenta particolari difficoltà, ma è necessario mettere giù le mani per risalire i massi (passaggi 1° grado): il fatto che siano bagnati quindi scivolosi costituisce gran parte della difficoltà. Sicuramente è da preferire la rislaita della calanlina, piuttosto che decorrere in senso inverso, quindi in discesa. Negli ultimi 50 metri soto la forcella, all'inizio di un ghiaione il sentiero lo evita andando a destra ed immergendosi nella faggeta, da dove in breve raggiunge forcella Col de Pin (1437mslm). Questo senda parte misura 3km. Tempo dalla confluenza con Ge della Frugna: 2 ore.

La terza parte del grande anello consiste in un lunga discesa: il primo tratto raggiungre il pseudorifugio Ditta ed è un sentiero quasi tutto entro una bella faggeta con discrete pendenze. Non presenta particolari difficoltà salvo un breve passaggio leggermente esposto sopra una frana ad inizio discesa. Per il resto giunge comodamente ai ruderi di casera Fratton, dopo la quale un pò la traccia si perde per sporadiche zone con schianti di alberi: in sostanza però il decorso è ababstanza intuitivo e scende da davanti i ruderi giù verticalmente fino alla piana del pseudorifugio. Poco prima di arrivarci noteremo un piccolo rudere, residuo di un'antica carbonaia. Sul come proseguire se ne può parlare: in un mondo civile ed un paese normale il sentiero CAI 904 transita con una servitù di passaggio per lo pseudorifugio casera Ditta, ma purtroppo nel 2021 il mal educato proprietario ne ha vietato il transito, per cui tramite evidenti deviazioni locali toccherà circumnavigare tale locale. Tralascio di descrivere l'episodio con cui siamo stati allontanati dal gestore ed invito a non fermarsi in questo che a mio avviso non può fregiarsi del titolo di rifugio per proseguire lungo le evidenti tracce del sentiero CAI 905 che prima scendono nei pressi della'ttraversamento del torrente Mesazzo, quindi risalgono sulla'ktro versante fino ad immettersi dopo circa 1km sulla strada sterrata che porta a località Pineda. Chi potesse organizzarsi con due vetture potrebbe lasciarne una sul piazzale da cui inizia il sentiero, evitando in questo modo sia i 2,3 km fino alla strada asfaltata nei pressi di Pineda, sia i successivi 5 km che su asfalto raggiungono il punto da cui eravamo partiti, transitando per le simpatiche minuscole borgate di Liron e Prada.   

Anno 2021
Fondo del percorso