CIMOLAIS - pian Fontana - valle di Santa Maria - forcella Spe - bivacco Gervasutti - CIMA CADIN DEGLI ELMI (2289mslm)

DATI
Lunghezza: 14.4 Km - Km sforzo: 33.5 Kmsf - Salita: 1914 m - Discesa: 1914 m - Dislivello totale: 3828 m - Altitudine minima: 913 m slm - Altitudine massima: 2289 m slm

Difficoltà:
Cammino: Alta
Accessibilità
Disabili (carrozzina): Non accessibile
Bimbi (passeggino): Non accessibile
Famiglie: Sconsigliato
Anziani: Sconsigliato
Cani: Sconsigliato
Io peso
kg
e ho
Questo percorso corrisponde a...
Tempo
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ore
Calorie
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Kcal
Risparmio
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Vita in più
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ore

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CARATTERISTICHE - La trascurata valle di Santa Maria e lo snobbato bivacco Giusto Gervasutti meritano senz'altro di più! Un valle che inizia chiusa nascondendo la sua grande bellezza in cui via via si apre, percorsa da un sentiero impegnativo, ma ben percorribile e mai esposto e che si conclude nel spettacolare imbuto sabbioso di forcella Spe. Un bivacco sicuramente poco frequentato, da quanto il sentiero Marini (che lo collegava al rifugio pordenone) è stato dismesso, appollaiato in una sagrestia della cattedrale della natura, in cui pinnacoli e canne d'organo disegnano improbabili e magrifici profili. Infine per i più arditi la salita sul tetto della cima Cadin degli Elmi, per godersi un panorama davvero unico. Può bastare?    
DESCRIZIONE - Partiamo da pian Fontana o pian de Thaina (930mslm) e valichiamo il torrente Cimoliana: potremo cavarcela con qualche balzo tra i sassi oppure nei tempi di maggiore "piena" dovremo rassegnarci a toglierci le calzature e procedere ad una lavanda dei piedi, ottimo per riattivare dal torpore i piedi.
La traccia originaria del CAI 356 saliva sulla sinistra assieme al CAI 390, ma a causa di problemi dopo la biforcazione con quest'ultimo, è consigliabile quello che in loco è segnato come CAI 356 variante, che sale a destra lungo la strada sterrata che conduce(va) a casera Fontana.
Dopo circa 300 metri (quota 950) lasciamo la stradina per inoltrarci a sinistra lungo il sentiero che costeggia il torrente Santa Maria, risalendolo lungo il suo fianco destro.
Reicontreremo la mulattiera dopo poche centinaia di metri giungendo nei pressi di una curva (1040mslm) dove un tempo arrivava il CAI 356 e da dove continueremo a sinistra sul sentiero che scende di una ventina di metri per portarci ad attraversare il torrente, quindi a compiere la circumnavigazione di un tratto di gola invalicabile salendo di un buon centinaio di metri e poi ridiscendendone pochi di meno, fino ad assestarci sulla sinistra del torrente, che guarderemo dall'alto mantenendolo sulla destra: la valle inizialmente è stretta, poi via via si allarga ed il sentiero si avvicina al torrente.
La percorrenza è discretamente agevole, mai esposta e molto piacevole all'interno di una valle via via più incantevole: più volte avremo modo di raccogliere acqua dai numerosi affluenti del torrente.
Circa a quota 1500mslm entreremo nel greto del torrente e per un breve tratto lo percorreremo sul fianco destro fino a giungere a quota 1840mslm all'inizio del tratto più ostico, quando riportandoci alla sinistra dell'acqua dovremo affrontare la salita di un impegnativo ma non particolarmente lungo giaione, salito il quale incontreremo a quota 1970mslm il CAI 389 che proviene dalla val dei Frassin, attraverso forcella Pedescagno e val Misera. Subito dopo troviamo l'ultima possibilità di raccogliere acqua sicura da una fonte sulla sinistra. Poche decine di metri dopo potremmo notare sulla destra lo stop al passaggio della vecchia traccia del CAI 389 che attravresava sotto la forcella in direzione del Gervasutti: qui le frane hanno davvero portato via tutto ed il passaggio è diventato invalicabile. Poco male, perché ci metteremo solo una decina di minuti in più, ma ci guadagneremo molto in bellezza a passare attraverso forcella Spe (2044mslm). Proprio l'arrivo in forcella costituisce il passaggio più delicato in quanto si cammina su un piano inclinato non particolarmente esposto, ma di sabbia molto compatta e quindi scivolosa. L'imbuto di forcella Spe in ogni caso è spettacolare, non solo per la vista sul Cadore a Nord e sulla valle di Santa Maria a Sud, ma di per sè per l'aspetto lunare delle pietre e delle sabbie che la formano e circondano.
Dalla forcella andremo a destra lungo un comodo ma insidioso traverso di 300 metri che passa sopra le dure e pendenti sabbie: un pò più esposto del tratto precedente alla forcella, non va sottovalutato.
In una decina di minuti, dopo l'ultimo breve passaggio per un taglio di mughi, avvistiamo finalmente sotto di noi la splendida conca in cui giace appollaiato il bivacco Giusto Gervasutti (1940mslm), piccolo pallino rosso circondato nella cattedrale della natura, con torrioni, guglie, campanili e canne d'organo. 
Fin qui la camminata avrebbe già ricompensato la fatica con la bellezza, ma chi avesse un minimo di capacità alpinistica (si tratta di mettere giù le mani in passaggi di 1°) e due ore a disposizione, potrebbe considerare che la salita alla cima Cadin degli Elmi in una giornata limpida potrebbe garantire un'ulteriore soddisfazione con vedute assai spettacolari. 
Alle spalle del bivacco continuiamo per la valletta erbosa fino ad individuare in alto a destra una forcella solo apparentemente invalicabile: iniziamo a salire per scomode ghiaie lasciando a sinistra il bellissimo catino di Santa Maria e le creste di Santa Maria fino a incunearci nella forcella di Santa Maria (2080mslm), che mano a mano ci si avvicina appare sempre meno irraggiungibile. Noi ci abbiamo impiegato 25 minuti.
Dalla forcella andiamo a destra lasciandoci accompagnare dalla frequente bollinatura rossa e dai numerosi omini di sassi: aiutandoci con le mani saliamo un primo tratto breve verticale che ci conduce ad una comoda crestina erbosa, che a sua volta ci accompagna per il secondo più impegnativo e lungo tratto: notevoli poco prima della fine della cresta erbosa sulla destra due piccole feritoie che si aprono su due impressionanti strettissimi canaloni.
Risalita la seconda scalinata di pietra, in breve giungiamo in vetta: dalla forcella a cima Cadin degli Elmi (2424mslm) ci abbiamo messo altri 35 minuti. 
Per rientrare lungo la stessa via e riportarci al bivacco Gervasutti ci abbiamo impiegato 45 minuti.
Ora possiamo rientrare a valle carichi di fatica ma soprattutto di grande bellezza, ricordandoci di fare attenzione nel breve tratto di discesa da forcella Spe!  
Fondo del percorso