Toppo – mte Ciaurlec - cra Tamer alta – cra Sinich – col Manzon

DATI
Lunghezza: 18.6 Km - Km sforzo: 32.1 Kmsf - Salita: 1350 m

Difficoltà:
Cammino: Alta Corsa: Alta
Io peso
kg
e ho
Questo percorso corrisponde a...
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DATI - Lunghezza: 18,6 km. Distanza effettiva:  km-sforzo. Salita:  1350 metri. Discesa:  1350 metri. Dislivello totale:  2700 metri. Pendenza massima in salita: 31%. Pendenza massima in discesa: -20%. Altitudine minima: 254 mslm. Altitudine massima:  1127 mslm. Difficoltà: media
 
CARATTERISTICHE - percorso bello ed impegnativo principalmente su sentiero, che sale sul Monte Ciaurlec attraversando gli intermedi punti panoramici del Monte Davanti. Fitti boschi alternati a spazi aperti anticipano un finto paese di rocce. Toccando un paio di casere anche provviste d’acqua potabile, la discesa si allunga verso est per poi invertire sul Col Manzon e rientrare in paese. Ottimo percorso invernale quando la vegetazione non è d’ostacolo: le casere sono tutte fornite di caminetto e legna.

PARTENZA: ampio parcheggio di via Verdi nei pressi dell'info point IAT

DESCRIZIONE - Il percorso comincia seguendo il sentiero CAI 850 definito con chiara segnaletica bianco rossa seguendo la salita asfaltata di sinistra. Un riscaldamento muscolare iniziale ideale per affrontare l’ingresso nella boscaglia e la sua mulattiera lastricata verso destra. Ignorando la segnaletica, si giungerebbe invece al non lontano Castello di Toppo. Proseguendo senza perder d’occhio i segnavia biancorossi, il percorso si apre al versante erboso che regala un primo scorcio sulla sottostante piana. La val Maggiore segue e presto ci permette di scegliere di raggiungere la casera Davass seguendo i segnavia del CAI, oppure andando diritti verso la Casera Tamer. Sita accanto ad un rigagnolo nel bel mezzo di un fresco ed umido bosco, offre una fonte d’acqua potabile ed un caminetto per il ristoro.
L’incessante salita della mulattiera merita tutto il nostro sforzo poiché a 947 mt il Monte Davanti in una chiara giornata sarà di scena un variegato panorama a 360° fino a disperdere il nostro sguardo sul Mar Adriatico o sulla più alta cima alle spalle, nostro prossimo obiettivo. Anche da questo punto si giunge alla casera Davass. E’ ora imperativo cercare la segnaletica CAI: l’alto manto erboso e vegetazione potrebbe nascondere il terreno battuto. Mantenendo la sinistra al bivio che ci avvicina al Ciaurlec sempre più, inizia un tratto che serpeggia tra tranquilli e freschi boschetti di noccioli e radure erbose. Attraversando La Clapada sul versante orientale del monte, una piacevole salita tra ammassi di grandi rocce sparsi nel bosco, appare improvvisamente un rustico “cartello freccia” a sinistra “Ciaurlec 10’”, ma la meta è assai più vicina. Facciamo attenzione agli ultimi ostacoli rocciosi del percorso prima dell’arrivo alla croce distintiva (1148 mt).
Riprendiamo lo stesso tratto girando però a sinistra al rustico “cartello freccia” ed al successivo bivio, proseguendo a destra in direzione di casera Tamer Alta, distante 15’. Questa casera, molto curata, non dà purtroppo la possibilità di rifornirsi d’acqua. Consideriamo quindi l’indicazione CAI verso casera Sinich e percorriamo una facile discesa con fondo a tratti pietroso altri moquette, circondati da ristoranti querce, sassoni coperti da muschio e fragoline di bosco.
Si cammina tra pungenti cardi, mensa delle colorate farfalle di luglio e la casera Sinich appare ed accoglie al suo interno, fornita anche di acqua potabile.
Spalle alla casera percorriamo uno sterrato a sinistra che discende irrompente il Pecol dell’Uccel ad oriente. Ignoriamo una salita sulla sinistra e continuiamo a scendere. Al bivio che sta alla base del col Plait teniamo la destra ed al successivo giriamo a sinistra: si scorge l’imbocco del sentiero CAI 850A sulla sinistra, che con un’irta salita all’ultimo fiato, ci apre la visuale del col Manzon, un colle di lancio alto 736 mt che sovrasta il comune di Travesio. Proseguiamo imperterriti sulla cresta in direzione ovest, ma approfittiamo dell’indicazione che ci riporta verso sinistra a Toppo in un’ora. Questa temibile e costante discesa si addentra nel bosco che ci inghiotte con la folta, fitta e spinosa vegetazione di luglio (DA SEGNALARE LE PESSIME CONDIZIONI DI QUESTO TRATTO A DIR POCO IMPERCORRIBILE).
 
FONDO DEL PERCORSO:

Percorso proposto da: Anna Fabris