Andreis - CIMA MONTE FARA (via Croce, cresta Est, CAI 899 e 983)

DATI
Lunghezza: 11.5 Km - Km sforzo: 23.2 Kmsf - Salita: 1175 m - Discesa: 1175 m - Dislivello totale: 2350 m - Altitudine minima: 398 m slm - Altitudine massima: 1330 m slm

Difficoltà:
Cammino: Alta Corsa: Alta
Accessibilità
Disabili (carrozzina): Non accessibile
Bimbi (passeggino): Non accessibile
Famiglie: Sconsigliato
Anziani: Sconsigliato
Io peso
kg
e ho
Questo percorso corrisponde a...
Tempo
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ore
Calorie
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Kcal
Risparmio
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Vita in più
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ore

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CARATTERISTICHE - impegnativo e splendido percorso principalmente su sentiero che sale in vetta al monte Fara. Disponibilità di acqua nel primo tratto fino a Bosplans (splendida la storica fontana)
 
PARTENZA: capannetta di legno/bar situata sulla strada provinciale per Andreis, circa 500 metri  prima di entrare nell'abitato. Possibilità di parcheggio in zona.
 
DESCRIZIONE: spalle al Training Center, percorri la strada asfaltata a destra per 160 metri fino ad individuare a sinistra la salita in acciottolato che si reca in paese. Dopo 160 metri non andare a sinistra lungo la gradinata che sale ad Andreis, ma prosegui dritto fino a raggiungere dopo 550 metri via Battisti, sbucando nei pressi del bivio per Sott'Anzas: dirigiti a destra su via Battisti fino ad incontrare dopo 130 metri il tornante da cui inizia la strada della Pala Barzana, su cui ti immetterai a sinistra, salendo per un breve tratto di 150 metri fino quando dopo avere attraversato un ponte, puoi vedere ben segnalato sulla destra l’inizio di un sentiero CAI (899, o “Frassati”) lungo cui inizierai la salita. Il sentiero è molto largo, in ottimo stato di conservazione e ben segnalato: esso procede in salita con una iniziale brusca ma breve salita, quindi dei tratti di saliscendi fino ad arrivare alla splendida fontana di Bosplans in cui potrai rifornirti di acqua e leggere il versi di Federico Tavan incisi su una pietra. Dalla fontana si entra nel minuscolo e spettacolare abitato di Bosplans (524 mslm) e dopo 130 metri ci si ricongiunge sulla strada della Pala Barzana (SP-63), lungo cui procederai per 260 metri, fino al giungere in un bivio in cui essa curva verso sinistra, mentre tu prenderai la strada dritta di destra, seguendo le tracce CAI biancorosse. Procedi per 330 metri (15%) lungo la stradina che sale e si ricollega per un’ultima volta sulla SP-63, ove volterai a destra salendo per un centinaio di metri (9%) fino al primo tornante, nei pressi del quale inizia finalmente il sentiero che si inoltra nel bosco e dirigendosi verso forcella Croce ti porterà in cima al Fara. A 360 metri (14%) dall’inizio del sentiero esso incrocia la strada sterrata che sale verso malga Fara: procedi oltre la strada lungo un tratto di irta e dritta di 450 metri (25%) di salita e sarai giunto nei pressi di una piccola croce in ferro, che da il nome alla forcella Croce (760 mslm), assieme all’incrocio di sentieri: quello di sinistra (CAI 983) sale verso la Pala Barzana o il monte Jouf, quello dritto (CAI 899) scende verso la chiesetta di Sant’Antonio in direzione di Maniago, quello a te riservato sta invece sulla tua destra e ti condurrà abbastanza faticosamente in cima al monte Fara (CAI 983). Il sentiero è ben segnalato dalle tracce biancorosse, ma soprattutto a fine estate ed autunno la caduta delle foglie rende la traccia calpestata poco evidente: presta sempre attenzione a non perdere i ben posizionati segnali CAI (da uno si vede sempre il successivo, se per un tratto non lo vedi ritorna indietro e prosegui dall’ultimo che hai individuato). La salita è lunga 2km ed abbastanza impegnativa (29%): immersa nel bosco, la traccia è sempre abbastanza evidente, soprattutto se non perdi di vista i segnali CAI. Ad 1,2km sulla destra il sentiero passa vicono ad un tornante della strada che dalla malga sale sul Fara: da lì dopo 400 metri fai attenzione ad un tratto un poco esposto che per pochi metri si sposta sul lato sinistro della cresta e che se da un lato offre una delle prime splendide vedute sulla pianura, dall’altro presenta l’inconveniente di un piccolo strapiombo sconsigliato per chi soffre di vertigini: il sentiero è sempre ben visibile, non difficile e sicuro, ma presta attenzione a non distrarti in questo unico passaggio da effettuare con la testa sulle spalle. Poco oltre vedrai sulla destra un altro tornante della strada che sale quasi fino in cima al monte. Giunto in vetta l’apertura è totale e dal prato antistante la cima potrai ammirare Maniago, sulla pianura la traccia del torrente Cellina ed in lontananza a sinistra quella ondulata del Colvera, mentre sulla destra la gola del Cellina. Una volta ristorato, puoi tornare sui tuoi passi e riprendere la strada in discesa, prestando attenzione a non scivolare soprattutto sulle insidiose foglie secche.
Scendi lungo lo stesso sentiero per cui eri salito percorrendo le stesse tracce dell'andata.
Fondo del percorso