DATI
Lunghezza: 14.5 Km
- Km sforzo: 30.9 Kmsf
- Salita: 1635 m
- Discesa: 1235 m
- Dislivello totale: 2870 m
- Altitudine minima: 370 m slm
- Altitudine massima: 1341 m slm
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CARATTERISTICHE - Menegon e Lorenzini erano stalle degli abitanti di Chiaschiàrmas e là venivano mandati d'estate gli animali (capre e pecore? difficilmente mucche…) al pascolo, per risparmiare per l'inverro l'erba nei pressi del piccolo insediamento sul torrente Giaveada. Pensare che qualcuno abbia costruito le due imponenti stalle in un luogo così remoto è davvero qualcosa di inimmaginabile, almeno per chi osserva con gli occhi del presente. Abbiamo raggiunto questi insediamenti umani che risultano tra i più lontani da un centro abitato in FVG per verificarne la percorrenza, che nonostante la dismissione dei sentieri, rimane ancora fattibile, benché assai lunga e da effettuarsi solo da parte di esploratori dotati di ottimo senso dell'orientamento. Per quanto riguarda il sentiero che da stalla Menegon raggiunge forchia Bassa su mappa Tabacco vi è un probabile errore per in merito alla parte più alta che sembra terminare nei pressi della Forchia Bassa, come sembra anche pensando alla logica dei primi percorritori e come pare anche dalla carta tecnica regionale. Acqua in abbondanza lungo il torrente Giaveada, che però nel periodo più secco potrebbe essere secco nella sua parte più alta.
DESCRIZIONE - Possiamo lasciare l'automobile nel parcheggio presso l'area camper ed il campo da tennis di via Gialinars (375mslm), da dove ci incamminiamo verso il ponte sull'Arzino, oltre il quale voltiamo a destra, per continuare lungo una strada sterrata che costeggia e risale la destra orografica del torrente andando ad attraversare per comodo guado il primo affluente di sinistra ossia il torrente Spissul (in alto visibile la sua bella omonima cascata) fino ad interrompersi in un tratto in cui è stata erosa dall'Arzino: qui devieremo a sinistra per 200 metri decorrendo per prati fino a rientrare sulla strada sterrata e continuandola per non più di 100 metri fino ad individuare sulla sinistra nei pressi del secondo affluente da sinistra ossia il torrente Fosata, l'inizio del sentiero (390mslm) evidenziato da un segnavia: fino qui avremo percorso 1,1km dalla partenza. Rispetto a quanto riportato su mappa il sentiero non sale più sulla sinistra orografica del torrente Fosata, ma un segnavia “Nasut tai crets” indica il nuovo tratto iniziale che sale sulla destra orografica del torrente, per poi attraversarlo dopo 150 metri (a quota 410mslm), continuando su una evidente e ripida salita: dopo una ventina di metri dall'attraversamento prestiamo attenzione ad un bivio ingannevole (425mlsm), dove non è la traccia di sinistra quella corretta (che in effetti più in alto diviene evanescente fino a perdersi nel nulla), ma quella di destra che inequivocabilmente sale decisa e sempre visibile nel sottobosco della Val dei Roris, in direzione della forcella Forchiazza (986mslm). Dall'inizio del sentiero alla Forchiazza la distanza è di 2,1km con pendenza media del 29%.
Dalla Forchiazza notiamo il sentiero che decorre lungo la cresta tra il Giaf e l'Agarial (bollinato dalla Forestale con antichi segnavia gialloverdi), mentre quella che ci attende è la discesa sul versante opposto rispetto alla salita, lungo il vecchio sentiero della valle Ceschiarmes, che conduceva a Chiaschiarmas e che costituisce al via più diretta per raggiungere l'abitato: alcuni bollini rossi ci fanno ben sperare e ci conducono in breve ad un rudere verosimilmente di una stalla (960 mslm). Qui sembra che il sentiero si biforchi lungo una percorrenza di destra ed una di sinistra che poi si ricollegano più avanti prima di Chiaschiarmas.
Noi abbiamo optato per la traccia di destra (anche perché era l'unica documentata in mappa) e siamo scesi lungo un percorso in cui la traccia risulta a tratti visibile ma non sempre intuitiva ed in cui una rada bollinatura può tornare d'aiuto ma non è sufficiente, quindi la possibilità di seguire un satellitare ci darà la certezza di arrivare in tempi ragionevoli alla meta. In effetti questo tratto è uno dei più complessi: non presenta passaggi pericolosi, difficili o esposti, ma necessita di ottima capacità di orientamento.
In tal senso un utile riferimento sarà il torrente Forchiazza, a cui il sentiero decorre grossomodo parallelo sulla destra orografica ad un distanza mediamente di 180 metri.
Raggiungeremo l'abitato di Chiaschàrmes (554mslm) dal retro: il tratto Forchiazza - Chiaschiarmas misura 2,1km ed ha una pendenza media del -23%.
Attraversiamo prima il piccolo torrente Forchiazza, quindi il torrente Giaveada e ne iniziamo la risalita sulla destra orografica per un centinaio di metri fino ad individuare sulla sinistra l'attacco del sentiero che per un tratto pratoso giunge in breve ad una sorgente (570mslm): a parte un'iniziale difficoltà ad individuare la traccia tra le erbe subito oltre la sorgente, una volta individuata essa rimane sempre molto ben definita e con media salita si innalza rispetto al torrente fino a curvare nei pressi di Plan di Rep a sinistra dopo circa 500 metri ed iniziare quindi una breve discesa che ci riporta sul greto del Giaveada, che andremo ad attraversare: rispetto al punto di attraversamento andiamo a destra per una decina di metri per individuare la prosecuzione del sentiero che per un breve tratto (200 metri) sale deciso (30%) fino a confluire (660mlsm) in quello proveniente da destra da Plan di Rep (sarebbe interessante sapere se esso continuando raggiunga la cresta nei pressi di Las Tavuelas).
Da qui il sentiero - sempre ben evidente - risale grossomodo pianeggiante e parallelo al torrente Giaveada per quasi 1 km fino ad abbassarsi ed andarlo a lambire nei pressi di un piccolo rugo che confluisce da destra (710mslm). Qui abbiamo perso la traccia e non trovandola abbiamo optato per risalire lungo il greto per 300 metri, quindi risalendo a destra nel sottobosco per un mediamente impegnativo pendio, fino a ritrovare la traccia a quota 790mlsm: visto che essa si presentava ancora in buono stato, è verosimile che nel punto in cui abbiamo lambito il Giaveada avremmo in realtà dovuto insistere nella ricerca e tenerci un pò più alti, in modo da non perdere il sentiero che fino a quel momento si era presentato ben definito.
Dopo altri 300 metri in debole salita raggiungiamo l'attraversamento del rio Forchia Bassa (830mslm), ove troviamo acqua (ma che nei periodi asciutti potrebbe non essercene).
Qui si concludono le tracce e tocca procedere mappa alla mano e possibilmente con satellitare, poiché reperire stalla Lorenzini non è per niente semplice benché si trovi a soli 150 metri in linea d'aria dal torrente: in sostanza si tratta di oltrepassare il rio Forchia Bassa, salire per una cinquantina di metri, quindi girare a sinistra lungo una salita diagonale che si conclude in una selletta, da cui inerpicandosi per un breve salto di 1 metro, seguendo la cresta fino a giungere all'apice del cocuzzolo ove era stata posizionata in modo assai originale stalla Lorenzini (898mslm): probabilmente a quel tempo non vi era la densa alberatura oggi presente, ma prevalevano i prati e forse il senso della posizione scelta, era meglio comprensibile allora.
Dal versante Nord della stalla una traccia si dirige verso forchia Bassa (830mslm), ma volendo andare a vedere anche la seconda stalla percorriamo a ritroso il tratto fino al rio Forchia Bassa. Da qui saliamo lungo la destra orografica fino ad attraversarlo (muretti a secco sulla sinistra) a quota 860mslm: dall'altro lato ritroviamo la flebile traccia che si dirige a forchia Bassa, lungo cui notiamo in alto a destra la costruzione della stalla Menegon (873mslm), verso cui ci dirigiamo staccandoci dal sentiero per andarne a notare l'imponenza e la cura nella costruzione.
Dal retro della stalla individuamo una traccia flebile che si dirige ad un primo attraversamento di un rugo, risale e ne attarversa un secondo, salendo la impegnativa costa boscosa della Giaveada e risultando nel sottobosco discretamente evidente, anche quando nella parte più alta il bosco si dirada e transita per tratti più pratosi. A quota 1190mslm, seguiamo sul terreno un'evidente traccia che si discosta da quella presente in mappa (di cui non troviamo riscontri) e si tiene a sinistra in direzione di forcia Bassa: la salita si presenta assai ripida e nel tratto finale poco sotto la cresta la traccia non più visibile, benche ormai vedendo cresta e forchia in lontananza, la direzione pare intuitiva. In effetti arriviamo in cresta solo un'ottantina di metri a destra rispetto a forchia Bassa (1341mslm) e non a 600 metri a destra, come indicato su mappa. Può essere che questo tratto esista, ma noi non lo abbiamo individuato, anche ritenendo che gli iniziali costruttori mirassero a valicare la forcella. Il tratto dall'attraversamento del rio Forchia Bassa alla Forchia Bassa misura 2km ed ha una pendenza media del 27%.
Da forchia Bassa rientriamo scendendo il versante Nord inizialmente per un comodo ed evidente sentiero che giunge al bivio tra Qualon e Cueston: visto che la precedente discesa effettuata un mese prima per Qualon ci era sembrata pendente e su traccia assente, questa volta scendiamo per Cuestòn rimanendo un pò delusi, poiché anche se la pendenza risulta decisamente più comoda, le tracce sul terreno si perdono e la discesa diviene un calarsi ad intuito nel sottobosco fino a raggiungere nella parte terminale una pista forestale, su cui ci immettiamo andando a destra per un centinaio di metri e - dove essa si conclude - ci caliamo ancora una volta per comodo sottobosco, ma anche qui senza traccia: una bollinatura gialla potrebbe essere di riferimento, per raggiungere in basso l'attraversamento del torrente Teglara (900mslm), oltre cui la traccia finalmente ricompare ben definita e ci accompagna fino alla forca di Preone (780mslm), nei pressi degli stavoli di Pie di Valle.
Percorso con : Franco Vallar