CIMOLAIS - bivacco Greselin, Cima dei Frati, forcella Duranno, casera Lodina

DATI
Lunghezza: 16.0 Km - Km sforzo: 34.0 Kmsf - Salita: 1800 m - Discesa: 1800 m - Dislivello totale: 3600 m - Altitudine minima: 730 m slm - Altitudine massima: 2355 m slm

Difficoltà:
Cammino: Alta
Accessibilità
Disabili (carrozzina): Non accessibile
Bimbi (passeggino): Non accessibile
Famiglie: Sconsigliato
Anziani: Sconsigliato
Cani: Sconsigliato
Io peso
kg
e ho
Questo percorso corrisponde a...
Tempo
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ore
Calorie
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Kcal
Risparmio
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Vita in più
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ore

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CARATTERISTICHE - Percorso alpinistico con tratto di 3° grado su sentieri dismessi da decenni: un tanto come premessa per scoraggiare chi non sia sufficientemente allenato e non abbia dimestichezza alpinistica nell'inoltrarsi su una simile percorrenza, in cui più volte il Soccorso Alpino è dovuto intervenire per recuperare persone.
Ciò detto, a mio avviso è un peccato che il traverso che collega il bivaggo Greselin a forcella Duranno sia stato dismesso, perché oltre ad attraversare luoghi magnifici di vera wilderness, tale tratto faceva parte dell'alta via numero 6 ed era parte dei collegamenti dismessi che univano per alte vie il rifugio Pordenone ed il Maniago.
Il punto di partenza si trova a località Compol, nel pressi della sbarra di accesso al Parco Dolomiti Friulane, dove è possibile lasciare la vettura.
Acqua ne troveremo in abbondanza fino al bivacco, grazie ai numerosi attraversamenti lungo la risalita del torrente: poche decine di metri davanti al bivacco Greselin è presente una sorgente perenne: dal Greselin in poi non ne troveremo più fino a casera Lodina.
Il percorso consigliato è quello con verso antiorario.

DESCRIZIONE - Da località ponte Compol (729mslm) seguiamo le indicazioni per bivacco Greselin (segnavia CAI 374 e CAI 358): un breve tratto di strada sterrata a fianco del torrente ci conduce all'inizio del sentiero, che da subito ci rivela che ci aspetta una salita impegnativa.
Dopo 1,3km dalla partenza giungiamo al bivio tra il sentiero che a sinistra si dirige a casera Lodina e da cui scenderemo (CAI 374) e quello su cui noi ci immetteremo a destra (CAI 358) e che scende per una ventina di metri in direzione del torrente Compol, che attravreseremo a quota 1000mslm: valicato il torrente inizia la risalita, inizialmente sul greto lungo una bella forra fino a raggiungere una notevole cascata (circa quota 1100mslm).
E' da qui che inizia il tratto più impegnativo: una ripida china boscosa con pendenze tra il 40% ed il 50%, detta Costa dei Tass: il tratto più impegnativo è il primo fino a giunge a quota 1250mslm dove ammireremo sulla destra l'altissimo salto di una seconda cascata, quindi usciremo dal tratto boscoso ed impegnativo passando per mughi fino a quota 1500mslm, dove potremo raccogliere acqua.
Entriamo alla base dell'immenso Cadin dei Frati risalendolo dalla destra lungo la traccia realizzata nel 2020, che evita la fastidiosa frana che interrompeva la risalita classica, che invece decorreva più a sinistra. Nella meravigliosa apertura del Cadin dei Frati iniziamo ad intravedere in un'invidiabile posizione il bivacco Greselin (1920mslm).
Fin qui abbastanza fatica ma niente di particolarmente difficile: in 5km siamo saliti di 1230 metri (pendenza media 24%).
Ora però inizia la difficile percorrenza sulla traccia dismessa dell'Alta Via numero 6, dove ci aiuteranno i numerosi resti dell'antica bollinatura, che però di tanto in tanto andrà interpretata e non seguita in modo pedissequo: sarà fortemente consigliato seguira la traccia satellitare, qui scaricabile.
Iniziamo con un breve traverso che facilmente ci porta a sinistra/Ovest fino a giungere ad un breve camino su cui ci inerpicheremo: qui conviene mettere da parte i bastoncini. Oltre questa risalita iniziale troveremo un tratto verticale su roccia con una antica e necessaria fune metallica che ci consentirà di continuare la risalita. Ricordo che trattasi di attrezzatura da decenni non manutenuta, attualmente ancora in discreto stato, ma che non può dare garanzia assoluta di tenuta negli anni a venire.
Saliti di una ventina di metri entriamo in una canalina ghiaiosa e dopo un breve tratto incontriamo uno dei passaggi più complicati in cui un cavo metallico ci aiuterà a scavalcare un breve passaggio di 3 grado.
Continuiamo la risalita del canalone per ghiaie abbastanza comode benché franose fino a giungere all'insellatura di una prima forcellina, da dove ci terremo sulla destra salendo per un ripido pendio erboso ad aggirare spioventi lastre di pietra: nella parte alta decorriamo alla base di costoni pietrosi salendo a destra, quindi continuaimo ancora per una canalina da risalire fino ad una seconda forcellina, da cui il sentiero originario scenderebbe: noi invece continuamo in quota per un breve tratto traverso sulla destra fino a trovare il punto di salita (2140mslm) alla cima dei Frati: la salita è impegnativa, segnalata da una bollinatura rossa, presenta alcuni brevi tratti esposti e l'ultimo su un piano inclinato pietroso su cui procedere con attenzione.
Dalla Cima dei Frati (2355mslm) la vista di vetta tra Duranno (Ovest), cima Preti (sinistra), Cadore (Nord) e Valcellina (Sud) è davvero notevole e ripaga le fatiche consumate! 
Il tempo di salita e discesa della cima è di circa 2 ore (noi abbiamo impiegato 1 ora e 40') e presenta passaggi di non più di 2° grado: particolare attenzione però ai tratti esposti, alle rocce spesso assai friabili, al fondo insidioso in cui il ghiaino copre la roccia.
Ridiscesi alla base della salita (2140mslm) rientriamo per poche decine di metri sul traverso tramite cui avevamo raggiunto la base fino ad individuare sulla destra la via migliore per scendere tra erbe e roccette, dove è presente una rada bollinatura rossa: in questo tratto ci troviamo circa di una quarantina di metri sopra la traccia originaria del CAI ed in effetti non risulta semplice orientarsi per trovare la via che ci riporta al vecchio sentiero. Consideriamo che la discesa è impegnativa ma mai esposta e che segue una rada bollinatura: se ci trovassimo al di fuori di queste condizioni dovremmo dubitare di essere sulla via corretta. 
Ad un centro punto ritroveremo una traccia di sentiero definita ed la sbiadita bollinatora rossoverde che continua per una discesa a tratti impegnativa e in cui cui troveremo due passaggi attrezzati con cavo metallico: ci dirigiamo verso l'immenso ghiaione sottostante, perdendo poco più di 100 metri di quota rispetto al punto da dove avevamo attaccato i Frati.
Il ghiaione (2023mslm) è largo circa 400 metri e qui la traccia è completamente scomparsa in quanto dilavata dalla ghiaie che scendono dalla forcella dei Frati, a fianco del quale noteremo l'immenso particolare pinnacolo, che verosimilmente costituisce il frate maggiore ... l'attraversamento risulta un pò difficoltoso nel tratto centrale dove il fondo è più compattato e scivoloso: può essere utile risalire qualche decina di metri più in alto in modo da attraversare più agevolemente.
Alla fine dell'attraversamento giungeremo nei pressi di due conoidi sabbiosi alla base degli immensi pietroni della parete Sud del Duranno: inizialmente ci terremo sotto i paretoni, quindi seguiremo dei brevi saliscendi fino a raggiungere la traccia più o meno evidente del sentiero che lungo un tratto pratoso ci condurrà a forcella Duranno (2219mslm). 
Tanto per dare due numeri il traverso con salita alla cima Frati misura 3,0km ed implica una salita di 500 metri ed una discesa di 280: noi ci abbiamo impiegato 3 ore e 50'.
Se escludessimo la cima dei Frati il traverso misurerebbe 2,4km con una salita di 390 metri ed una discesa di 170.
Iniziamo ora la fase di rientro anche se manca ancora un bel pò di strada (noi abbiamo impiegato 2 ore 30'): scenderemo comodamente sotto la cresta Est delle cime Centenere (2295mslm)  fino a giungere ad un breve tratto di salita nei pressi del Portellin (2250mslm), che potremo circumnavigare per una breve e scomoda discesa lungo il lato Ovest, oppure su cui potremo salire (si tratta di una decina di metri) scavalcandolo per una delle tracce informali.
Da qui in poi ci attende una lunga discesa che attraversando la magnifica prateria della Busa dei Vediei ci vedrà transitare prima a fianco di forcella Lodina, prima di raggiungre casera Lodina (1860mslm): a distanza di un centinaio di metri dalla casera, lungo il sentiero di rientro passeremo a fianco di un vascone da cui è possibile raccogliere acqua.
Ora ci attende il lungo tratto di discesa su un comodo sottobosco che ci ricondurrà al punto di partenza.   

Fondo del percorso