CLAUT - forcella Dof - casera Bregolina Piccola - pian Palaz - costa e cima Cadin - passo Pramaggiore - casera col d'Aniel

DATI
Lunghezza: 15.1 Km - Km sforzo: 37.6 Kmsf - Salita: 2250 m - Discesa: 2250 m - Dislivello totale: 4500 m - Altitudine minima: 867 m slm - Altitudine massima: 2257 m slm

Difficoltà:
Cammino: Alta
Accessibilità
Disabili (carrozzina): Non accessibile
Bimbi (passeggino): Non accessibile
Famiglie: Sconsigliato
Anziani: Sconsigliato
Cani: Sconsigliato
Io peso
kg
e ho
Questo percorso corrisponde a...
Tempo
-
ore
Calorie
-
Kcal
Risparmio
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Vita in più
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ore

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CARATTERISTICHE - Un gran giro dedicato solo agli escursionisti molto esperti e amanti del greppismo: percorso lungo, con dislivello importante, tracce spesso non individuabili (necessario GPX), passaggi delicati soprattutto nella parte alta della discesa da passo Pramaggiore, ma grande bellezza in abbondanza. Nota: la prima parte della galleria fotografica e del tutorial video è contenuta nel percorso "CLAUT - forcella Dof - casera Bregolina Piccola". Acqua disponibile solo fino Pian Palaz.
DESCRIZIONE - Partiamo da Pont de Ciartier (881mslm) dove sulla sua destra orografica troviamo l'inzio del sentiero CAI 370 che sale comodamente in una faggeta la val Cerosolin tenendosi sulla sinistra orografica dell'omonimo torrente: è un largo e comodo sentiero a pendenza modesta che presenta alcuni brevi tratti erosi dall acque torrenziali che scendono ma ben manutenuti dal personale del Parco. Arriviamo senza difficoltà dopo 2,8km (D+ 320 metri) alla confluenza con il CAI 388 diretto verso casera Pramaggiore, dove attraversiamo le acque del torrente Cerosolin nei pressi di una bella fontana in legno (1250mslm). Poco dopo l'attraversamento giungiamo nei pressi di un prato sopra cui spicca casera Col d'Aniel (1329mslm) da cui in breve ci portiamo alla confluenza del torrente Costita (sulla destra) ed un altro che scende da forcella Dof: proseguiamo per una ventina di metri lungo il greto del torrente (acqua presente), quindi ci portiamo sulla sua destra orografica per iniziare la vera e magnifica salita su sottobosco prima di faggio, poi di pino ed in circa 2 chilometri saliremo di 500 metri fino a giungere al prato della panoramica forcella Dof (1843mslm). da qui scenderemo un centinaio di comodi metri fino a raggiungere casera Bregolina Piccola o di Claut (1746mslm), dove potremo ancora attingere acqua e goderci lo splendido contesto di cime che la circondano. Continuiamo la nostra discesa perdendo (purtroppo) altri 400 metri fino a giungere a Pian Palaz (1470mslm) dove attraverseremo il torrente Ciol della Bregolina.
Qui inizia il difficile: prima di giungere dopo pochi metri al torrente Pian della Stua la traccia del vecchio sentiero saliva sulla destra in un tratto ora occupato da impenetrabili baranci (pino mugo), quindi conviene risalire per circa 200 metri il torrente (nota: ultima disponilità per raccogliere acqua per un lungo tratto) quindi spostarsi sulla destra dove in effetti si riconosce il passaggio di una traccia. Peccato che però essa non sia facilmente ed a lungo seguibile: diciamo che avendo la traccia di un satellitare possiamo seguirla e non si incontrano passaggi difficili o impenetrabili, ma sicuramente il bosco fitto, alcuni tratti di mughi, la pendenza notevole e la totale assenza di anche vecchi segnavia impediscono l'orientamento. Potrebbe essere che noi pur seguendo da satellitare il tratto puntinato nero presente sulla Tabacco (a cui non corrispondeva quasi mai alcuna traccia definita di sentiero) abbiamo perso di vista la traccia: in ogni caso il nostro faticoso tragitto è registrato e scaricabile dal sito (magari non è quello corretto, ma di sicuro su vi porta...). Diciamo che arrivati a quota 1700 mslm e demoralizzati sia per l'idea di dover continuare sia per l'idea di dover ridiscendere avevamo deciso di tronare sui nostri passi quando quasi per magia compare sotto i nostri piedi qualcosa di assai simile ad una traccia reale ed in effetti ci immettiamo e via via essa ci accompagna fuori dalla selva verso una parte più pratosa (quota 1800). Qui notimao che il sentiro sale deciso verso costa cadin anziche girare a sninsira lungo forcella Postegae (che era il notro obiettivo): in effetti sulla sinistra non individuiamo alcun passaggio, anzi una canalina apparentemente impenetrabile fa da fossato tra noi e le nostre intenzioni, per cui decidiamo che procedere via Cadin va più che bene, anche perchè il prato via via si apre un un immenso catino dolomitico erboso di una bellezza indescrivibile (foto e video però aiutano...). Risaliamo volentieri e facilmente dimenticandoci i grembali di salita in direzione di costa Cadin (2151mslm), una sorta di costone erboso che conduce per cresta in direzione di cima Cadin. La cresta è davvero spettacolare e si potrebbero trascorrere ore a riconoscere cime o semplicemente ad ammirare la grande bellezza. Risaliamo costa Cadin in direzione della cima facendo attenzione ad alcuni passaggi su roccia friabile: compare una debole traccia di sentiero, che seguiremo fino in cima Cadin (2113mslm), oppure non volendo faticare fino sulla cima possiamo circumnavigarla andnado sui prati a destra fino a riguadagnare il sentiero di cresta. Tale sentiero decorre estremamente panoramico ed a tratti lunare proprio in cresta e scende in direzione di passo Pramaggiore (2137mslm).
Qui ricomonica il difficile: poco prima del passo sulla destra individuiamo una fascia erbosa assai pendente ma tutto sommato scendibile. Ci facciamo sicuramente aiutare da un traccia satellitare perché mancano i punti di riferiemnti e non vi è nessun segno di passaggio sul terreno. Scendiamo lentamente facendo bene attenzione a dove appoggiamo i piedi: la parte alta è la più semplice, poi i parti lasciano spazio ai mughi che diventano via via più fitti ed a canaline franose da scendere con prudenza. Si consideri che se non avessimo avuto un satellitare saremmo ancora li a cercare...Scesi a quota 1900mslm ci sono almeno due passaggi leggermente esposti da fare con grande attenzione: una volta raggiunta quota 1836 mslm attenzione a non scendere troppo (una canalina si conclude in un salto) ma cerchiamo l'assai nascosto passaggio tra baranci (mughi) che nascondono in gran parte il sentiero che ora scende inizialmente con minore pendenza lungo la costa de Ure fino a deviare leggermente a sinistra ed iniziare la discesa assai pendente tra le strette isoipse. In questa seconda parte il sentiro è individuabile solo in brevi tratti, soprattutto in quanto ricoperto da alti strati di foglie di faggi e sembra infinito ma decorre grossomodo rettilineo fino a portarsi nel greto del torrente Costita, da cui facilmente ci ricolleghiamo al CAI 370 e riprendiamo la traccia semplice e sicura da cui eravamo saliti
Fondo del percorso